Rousseau, amor
di sé e amor proprio Rousseau distingue tra due forme di amor proprio: l’amor
proprio in senso lato, che chiama anche amore di sé (“amour de soi”), è un
sentimento assoluto, naturale e buono per definizione perchè assicura
l’autoconservazione dell’individuo ed esprime il suo diritto alla vita; l’amor
proprio relativo (“amour propre”) è invece sempre negativo, in quanto, nascendo
dal confronto con gli altri, si configura come sentimento sociale ed è quindi
subordinato all’opinione.
La sensibilità positiva deriva immediatamente dall’amore di sé. È naturale che colui che si ama cerchi di estendere il suo essere e i suoi godimenti e di appropriarsi, coi legami affettivi, di ciò che egli sente possa essere per lui un bene. … Ma non appena questo amore assoluto degenera in amor proprio, e in rivalità comparativa, ecco che produce la sensibilità negativa; appena, infatti, si prende l’abitudine di misurarsi con altri ed uscire da se stessi per assegnarsi il primo e il miglior posto, è impossibile non provare avversione per tutto ciò che … ci impedisce di essere tutto.
(J.-J. Rousseau, Dialogues, II, O.C., I, pp. 806-807 ; trad. it. S.A., pp. 898-899)