1 Il mondo è tutto ciò che accade. [Die Welt ist alles, was der Fall ist].
1.1 Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose.
1.11 Il mondo è determinato dai fatti e dall’essere essi tutti i fatti.
1.12 Ché la totalità dei fatti determina ciò che accade, ed anche tutto ciò che non accade.
1.13 I fatti nello spazio logico sono il mondo.
1.2 Il mondo si divide in fatti.
1.21 Una cosa può accadere o non accadere e tutto l’altro restare eguale.
2. Ciò che accade, il Fatto, è il sussistere di Stati di Cose.
Was der Fall ist, die Tatsache, ist das Bestehen von Sachverhalten.
2.1 Noi ci facciamo immagini dei fatti.
2.11 L’immagine presenta la situazione nello spazio logico, il sussistere e non sussistere di stati di cose.
2.12 L’immagine è un modello della realtà.
2.13 Agli oggetti corrispondono nell’immagine gli elementi dell’immagine.
2.131 Gli elementi dell’immagine sono rappresentanti degli oggetti nell’immagine.
2.14 L’immagine consiste nell’essere i suoi elementi in una determinata relazione l’uno al l’altro.
2.141 L’immagine è un fatto.
3. L’immagine logica dei Fatti è il Pensiero.
Das logische Bild der Tatsache ist der Gedanke.
3.001 «Uno stato di cose è pensabile» vuol dire: Noi ce ne possiamo fare un’immagine.
3.01 La totalità dei pensieri veri è un’immagine del mondo.
3.02 Il pensiero contiene la possibilità della situazione che esso pensa. Ciò che è pensabile è anche possibile.
3.03 Non possiamo pensare nulla d’illogico, ché altrimenti dovremmo pensare illogicamente.
4. Il Pensiero è la Proposizione munita di Senso.
Der Gedanke ist der sinnvolle Satz.
4.001 La totalità delle proposizioni è il Linguaggio.
4.002 L’uomo possiede la capacità di costruire linguaggi, con i quali ogni senso può esprimersi, senza sospettare
come e che cosa ogni parola significhi. - Cosí come si parla senza sapere come i singoli suoni siano emessi. Il
linguaggio comune è una parte dell’organismo umano, né è meno complicato di questo. È umanamente impossibile
desumerne immediatamente la logica del linguaggio. Il linguaggio traveste i pensieri. E precisamente cosí che dalla
forma esteriore dell’abito non si può concludere alla forma dei pensiero rivestito; perché la forma esteriore dell’abito
è formata per ben altri scopi che quello di far riconoscere la forma del corpo. Le tacite intese per la comprensione del
linguaggio comune sono enormemente complicate.
4.003 Il piú delle proposizioni e questioni che sono state scritte su cose filosofiche è non falso, ma insensato. Perciò a
questioni di questa specie non possiamo affatto rispondere, ma possiamo solo stabilire la loro insensatezza. Il piú
delle questioni e proposizioni dei filosofi si fonda sul fatto che noi non comprendiamo la nostra logica del
linguaggio. (Esse sono della specie della questione, se il bene sia piú o meno identico del bello). Né meraviglia che i
problemi piú profondi propriamente non siano problemi.
4.0031 Tutta la filosofia è «critica del linguaggio». (Ma non nel senso di Mauthner). Merito di Russell è aver
mostrato che la forma logica apparente della proposizione non ne è necessariamente la forma reale.
4.022 La proposizione mostra il suo senso.
4.1 La proposizione rappresenta il sussistere o no degli stati di cose.
4.11 La totalità delle proposizioni vere è la Scienza Naturale tutta.
4.111 La Filosofia non è una scienza naturale. (La parola «filosofia» deve significare qualcosa che sta
sopra o sotto, non già presso, le scienze naturali).
4.112 Scopo della filosofia è la chiarificazione logica dei pensieri. La filosofia è non una dottrina, ma un’attività.
Un’opera filosofica consta essenzialmente d’illustrazioni. Risultato della filosofia non sono «proposizioni
filosofiche», ma il chiarirsi di proposizioni. La filosofia deve chiarire e delimitare nettamente i pensieri che
altrimenti, direi, sarebbero torbidi e indistinti.
4.113 La filosofia limita il campo disputabile della scienza naturale.
4.114 Essa deve delimitare il pensabile e con ciò l’impensabile. Essa deve delimitare l’impensabile dal di dentro,
attraverso il pensabile.
4.115 Essa significherà l’indicibile rappresentando chiaro il dicibile [...]
4.2 Il senso della proposizione è la sua concordanza o meno con le possibilità del
sussistere o meno degli stati di cose. (La negazione inverte il senso della proposizione).
4.46 Tra i possibili gruppi di condizioni di verità vi sono due casi estremi. Nel primo caso, la proposizione è vera per
tutte le possibilità di verità delle proposizioni elementari. Noi diciamo che le condizioni di verità sono tautologiche.
Nel secondo caso, la proposizione è falsa per tutte le possibilità di verità. Le condizioni di verità sono contraddittorie.
Nel primo caso noi chiamiamo la proposizione una tautologia; nel secondo, una contraddizione.
4.461 La proposizione mostra ciò che dice; la tautologia e la contraddizione mostrano che esse non dicono nulla. La
tautologia non ha condizioni di verità, poiché è incondizionatamente vera; e la contraddizione è sotto nessuna
condizione vera. Tautologia e contraddizione sono prive di senso. (Come il punto onde due frecce divergono in
direzione opposta). (Ad esempio, io non so nulla sul tempo se so che o piove o non piove).
4.4611 Tautologia e contraddizione non sono però insensate; esse appartengono al simbolismo, cosí come lo “o” al
simbolismo dell’aritmetica.
4.462 Tautologia e contraddizione non sono immagini della realtà. Esse non rappresentano alcuna possibile
situazione. Infatti, quella ammette ogni possibile situazione; questa, nessuna. Nella tautologia le condizioni della
concordanza con il mondo – le relazioni di rappresentazione – si annullano l’una l’altra, cosí che essa non sta in
alcuna relazione di rappresentazione con la realtà.
4.463 Le condizioni di verità determinano il margine che è lasciato ai fatti dalla proposizi one.
(La proposizione, l’immagine, il modello sono, in senso negativo, come un corpo solido che restringe la libertà di
movimento degli altri; in senso positivo, come lo spazio, limitato da una sostanza solida, ove un corpo ha posto). La
tautologia lascia alla realtà la – infinita – totalità dello spazio logico; la contraddizione riempie tutto lo spazio logico
e non lascia alla realtà alcun punto. Nessuna delle due, quindi, può in qualche modo determinare la realtà.
4.464 La verità della tautologia è certa; della proposizione, possibile; della contraddizione, impossibile. (Certo,
possibile, impossibile: Ecco l’indizio di quella gradazione che ci serve nella teoria della probabilità).
5. La Proposizione è una Funzione di verità […].
Der Satz ist eine Wahrheitsfunktion […].
5.552 L’esperienza che ci serve per la comprensione della logica è non l’esperienza che
qualcosa è così o così, ma l’esperienza che qualcosa è: ma ciò non è un’esperienza. La
logica è prima di ogni esperienza […]: essa è prima del Come, non del Cosa.
5.6 I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo.
5.61 La logica riempie il mondo; i limiti del mondo sono anche i suoi limiti. Non possiamo dunque dire nella logica:
Questo e quest’altro v’è nel mondo, quello no. Ciò parrebbe infatti presupporre che noi escludiamo certe possibilità,
e questo non può essere, poiché altrimenti la logica dovrebbe trascendere i limiti del mondo; solo cosí potrebbe
considerare questi limiti anche dall’altro lato. Ciò, che non possiamo pensare, non possiamo pensare; né dunque
possiamo dire ciò che non possiamo pensare.
5.632 Il soggetto non appartiene al mondo, ma è un limite del mondo.
6. La Forma generale della funzione di verità è […] tale che
6.1 Le proposizioni della Logica sono tautologie.
6.13 La logica non è una dottrina, ma un’immagine speculare del mondo. La logica è trascendentale.
6.4 Né, quindi, vi possono essere proposizioni dell’etica. Le proposizioni non possono esprimere nulla ch’è piú alto.
6.421 È chiaro che l’etica non può formularsi. L’etica è trascendentale. (Etica ed estetica son uno).
6.2 La Matematica è un metodo logico.
6.21 La proposizione della matematica non esprime un pensiero. […]
6.3 […]. Fuori della logica tutto è Accidente. [= Scienza Naturale]
6.4 Tutte le proposizioni sono d’egual Valore. [=> Assiologia]
6.41 Il senso del mondo dev’essere al di fuori di esso.
Nel mondo tutto è come è, e tutto avviene come avviene; non v’è in esso alcun valore – né, se vi fosse, avrebbe un
valore. Se un valore che ha valore v’è, dev’esser fuori d’ogni avvenire ed essere/cosí. Infatti ogni avvenire ed
essere-cosí è accidentale. Ciò che li rende non-accidentali non può essere nel mondo, ché altrimenti sarebbe, a sua
volta, accidentale. Dev’essere fuori del mondo.
6.42 Né quindi vi possono essere proposizioni dell’Etica.
6.43 Il buono o cattivo volere […] può alterare solo i limiti del mondo, non i fatti. […].
Il mondo del felice è altro rispetto a quello dell’infelice.
6.431 Come pure, alla Morte il mondo non s’altera, ma cessa.
6.4311 La morte non è un evento della vita. La morte non si vive.
6.4312 […]. La soluzione dell’Enigma della vita nello spazio e tempo è fuori dello
spazio e tempo. […].
6.432 Come il mondo è, è del tutto indifferente per ciò che è più alto. Dio non rivela sé
nel mondo.
6.44 Non come il mondo è, è il Mistico, ma che esso è.
6.45 Intuire mondo sub specie aeterni è intuirlo quale tutto limitato. Sentire il mondo quale tutto limitato è il mist ico.
6.5 D’una risposta che non si può formulare non si può formulare neppure la domanda.
Non si dà Enigma. Se una domanda può porsi, può pure avere risposta.
6.51 Lo scetticismo è non inconfutabile, ma apertamente insensato, se vuol mettere in dubbio ove non si può
domandare. Ché dubbio può sussistere solo ove sussiste una domanda; domanda, solo ove sussiste una risposta;
risposta, solo ove qualcosa può esser detto.
6.52 Noi sentiamo che anche qualora tutte le possibili domande scientifiche avessero
avuto risposta, i problemi della vita non sarebbero stati ancora neppure toccati. Certo,
allora non resta più domanda alcuna, e questa appunto è la risposta.
6.521 La soluzione del problema della vita si scorge allo sparir di esso. (Non è forse per
questo che uomini, cui il senso delle vita divenne, dopo lunghi dubbi, chiaro, non
seppero poi dire in che consisteva questo senso?).
6.522 Vi è davvero dell’ineffabile: esso mostra sé, è il Mistico.
6.53 Il Metodo corretto della filosofia sarebbe questo: nulla dire se non ciò che può
dirsi; dunque proposizioni della scienza naturale; dunque qualcosa che nulla ha a che
fare con la filosofia, e poi, ogni volta che altri voglia dire qualcosa di metafisico,
mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno.
[…].
6.54 Le mie proposizioni illustrano così: colui che le comprende, alla fine le riconosce
insensate, se è salito per mezzo di esse, su esse, oltre esse. (Egli deve, per così dire, gettare
la scala dopo esservi salito). Egli deve superare queste proposizioni. Allora vede
rettamente il mondo.
7. Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
Wovon man nicht sprechen kann, darüber muß man schweigen.
L. Wittgenstein, "Tractatus logico-philosophicus", passim.