AMMONIO SACCA
All’origine del Neoplatonismo incontriamo un enigma per molti versi raffrontabile a quello di Socrate. Esso è rappresentato dalla misteriosa figura di Ammonio Sacca, che del Neoplatonismo stesso può essere considerato il precursore, se non il vero e proprio fondatore. Secondo numerose testimonianze, il vertice della sua attività fu raggiunto durante il regno di Comodo, e dunque tra il 180 e il 192 d.C. Tuttavia di lui si ignora la patria di origine e oscuro rimane il vero significato del nome Sacca: banale risulta la spiegazione fornita dal vescovo Teodoreto, secondo cui Ammonio avrebbe inizialmente esercitato l’umile mestiere di portatore di sacchi, e fin troppo suggestive paiono quelle della critica moderna, per cui Ammonio sarebbe stato un membro della stirpe indiana dei Saker o addirittura un Sakka-Muni, ovvero un monaco buddista. Da Porfirio – che fu allievo di Plotino – apprendiamo che Ammonio fu da principio cristiano e che solo in età adulta abbracciò il paganesimo, mentre testimonianze sul suo pensiero ci sono giunte attraverso il neoplatonico Ierocle di Alessandria e il vescovo Nemesio, entrambi vissuti nel V secolo d.C., e giudicati anche per questa ragione poco attendibili da buona parte degli studiosi moderni. D’altra parte Ammonio – sulle orme di Socrate – non lasciò nulla di scritto, e come per gli elementi socratici presenti nella filosofia di Platone, anche in questo caso risulta alquanto arduo distinguere con precisione quanto del pensiero di Ammonio vi sia in quello del suo discepolo Plotino. Ierocle gli attribuisce una distinzione del cosmo su tre piani: quello superiore, che comprende Dio creatore, le entità celesti e gli altri dei; quello intermedio, costituito dalle nature eteree e dai Demoni buoni (cioè gli Angeli); infine, quello inferiore, popolato dagli uomini e dalle loro anime, oltre che dagli animali terrestri. Nemesio sostiene poi che per Ammonio il rapporto sussistente tra anima e corpo non è di tipo fisico e spaziale, ma ontologico, nel senso che l’anima non si trova nel corpo, ma agisce su di esso, costituendone il principio vitale. Ammonio tenne le sue lezioni ad Alessandria d’Egitto, ove condusse un’esistenza semplice e appartata. Nella Vita di Plotino redatta da Porfirio si narra (Vita di Plotino, 3) che Plotino, all’età di ventott’anni, si recò su consiglio di un amico ad ascoltare una lezione di Ammonio Sacca e, al termine di essa, esclamò con entusiasmo: "questo è l’uomo che cercavo!". Per la sua bontà e saggezza, Ammonio venne definito "istruito da Dio" (Teodidatta). E' notevole che, pur considerandone i lati buoni, si ribellò al cristianesimo perché non vi trovava nulla di superiore alle religioni più antiche. Il Neoplatonismo della scuola di Alessandria rappresenta il tentativo di conciliare il pensiero di Platone con quello di Aristotele, affermando la possibilità di integrazione tra sfera intelligibile e sfera sensibile. Questi, influenzerà la filosofia medievale e rinascimentale, grazie alla traduzione degli scritti di Dionigi l'Areopagita. La scuola di Alessandria, andrà affermando l'interpretazioni delle idee platoniche come "pensieri della mente divina". In base alle testimonianze, a Sacca gli viene attribuita la tendenza a conciliare il pensiero di Platone con quello di Aristotele, superando le polemiche tra le due scuole.