I filosofi più longevi:
[103 anni] - Charles Hartshorne (1897-2000)
[102 anni] - Hans-Georg Gadamer (1900-2002)
[98 anni] - Bertrand Russell (1872-1970)
[95 anni] anni] - Tadeusz Kotarbinski (1886-1981)
[93 anni] - Friedrich Hayek (1899-1992)
[93 anni] - John Dewey (1859-1952)
[93 anni] - Corliss Lamont (1902-1995)
[92 anni] - Ludwig von Mises (1881-1973)
[92 anni] - W.V.O. Quine (1908-2000)
[92 anni] - Alonzo Church (1903-1995)
[92 anni] - Karl Popper (1902-1994)
[89 anni] - Nicola Abbagnano (1901-1990)
[95 anni] - Norberto Bobbio (1909-2004)
I filosofi meno longevi:
[31 anni] - Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494)
[33 anni] - Stanislaw Brzozowski (1878-1911)
[34 anni] - Simone Weil (1909-1943)
[36 anni] - Frantz Fanon (1925-1961)
[39 anni] - Blaise Pascal (1623-1662)
[39 anni] - Dietrich Bonhoeffer (1906-1945)
[40 anni] - Sarah Margaret Fuller (1810-1850)
[42 anni] - Earl of Shaftesbury (1671-1713)
[42 anni] - Alan Turing (1912-1954)
[42 anni] - Soren Kierkegaard (1813-1855)
[23 anni] - Carlo Michelstaedter (1887-1910)
Dire che l'interpretazione è insieme e inseparabilmente rivelativa e storica è come dire che la verità è accessibile soltanto all'interno di ogni singola prospettiva, la quale, a sua volta, è la stessa situazione come via d'accesso alla verità: non si può rivelare la verità se non già determinandola e formulandola, il che accade solo storicamente e personalmente. La verità allora, pur essendo unica, non si presenta mai con una determinazione sua propria, in una formulazione che sia riconoscibile come unica e definitiva, ma si offre solo all'interno della formulazione che, di volta in volta, se ne dà ed è inseparabile da essa, sì che l'unico suo modo di comparire è appunto la singolarità delle sue formulazioni personali e storiche.
(Pareyson, "Verità e interpretazione")
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