ANTONIO DAMASIO
A cura di IL DIOGENE
VITA
Nato a Lisbona e laureato in medicina, Antonio Damasio opera negli USA. Rappresenta una delle figure di maggior spicco a livello mondiale nel campo delle neuroscienze. E' autore di importanti pubblicazioni sulla memoria, sulla fisiologia delle emozioni e sulla malattia di Alzheimer. I laboratori di ricerca che Damasio e sua moglie Hanna hanno realizzato presso l'Università dello Iowa, sono considerati ormai un punto di riferimento per lo studio dei fenomeni nervosi che sono alla base dei processi cognitivi. Antonio Damasio è membro di prestigiose associazioni, come l'European Academy of Science and Arts e l'American Neurological Association; fa parte inoltre dei comitati scientifici di importanti periodici dedicati alle neuroscienze e di alcune fondazioni di ricerca.
PENSIERO
Il punto di partenza di Damasio, sostenuto dall'osservazione di diversi casi clinici, è che il cervello non può essere studiato senza tener conto dell'organismo a cui appartiene e dei suoi rapporti con l'ambiente. Per Damasio, lo studio delle funzioni cognitive, e in particolare della
coscienza, ha subito per lungo tempo l'influsso di una tradizione filosofica che può essere fatta risalire a Cartesio. Questi ci propone, infatti, una concezione che separa nettamente la mente dal corpo, attribuendo alla prima, addirittura, un fondamento non materiale. L'errore di Cartesio è stato quello di non capire che la natura ha costruito l'apparato della razionalità non solo al di sopra di quello della regolazione biologica, ma anche a partire da esso e al suo stesso interno.
OPERE
-- L'errore di Cartesio. Emozioni, ragione e cervello umano [1994], Adelphi, Milano, 1995
In quest'opera Damasio compie il tentativo di unificare mente, cervello e corpo, sulla base di dati rigorosamente scientifici. Partendo da alcuni casi clinici, come quello di Phineas P. Cage, egli cerca di dimostrare che l'idea dell'esistenza di un pensiero puro, di una razionalità non influenzata da emozioni e sentimenti, non ha riscontro nella realtà. La nostra mente, secondo Damasio, non è strutturata come un computer, in grado cioè di presentarci un elenco di argomenti razionali a favore o contro una determinata scelta. La mente umana agisce in maniera molto più rapida (anche se meno precisa): prende in considerazione il peso emotivo che deriva dalle nostre precedenti esperienze, fornendoci una risposta sotto forma di sensazione viscerale.
L'errore di Cartesio è stato quello di non capire che l'apparato della razionalità non è indipendente da quello della regolazione biologica, e che le emozioni e i sentimenti spesso sono in grado di condizionare fortemente, e a nostra insaputa, le nostre convinzioni e le nostre scelte.
-- Emozione e coscienza, Adelphi, Milano, 2000
In quest'opera, Damasio prosegue sulla via già intrapresa con "L'errore di Cartesio", affrontando il tema della coscienza dalla duplice prospettiva dell'analisi a livello neurofisiologico e delle relative corrispondenze sul piano psicologico.
-- Alla ricerca di Spinoza. Emozioni, sentimenti e cervello [2003], Adelphi, Milano, 2003
In quest'opera, Damasio estende l'indagine, iniziata avendo come riferimento il pensiero di Cartesio, alla concezione di Spiniza, il quale, secondo il neurologo portoghese, fu il primo filosofo a intuire lo stretto legame esistente tra la mente e il corpo. La maggior parte delle convinzioni che abbiamo circa i sentimenti è falsa.
Damasio stesso prima credeva che fosse impossibile definirli in modo specifico, che fossero privati e inaccessibili e che, come la coscienza, fossero al di là della scienza.
I sentimenti sono la rivelazione dello stato in cui versa la vita all’interno dell’organismo nel suo insieme. Una neurobiologia dei sentimenti serve anche a risolvere il problema mente-corpo e a trovare cure più efficaci per alcune cause di sofferenza umana (come la depressione e le tossicodipendenza). Ma perché Spinoza? Il suo pensiero è utile per una descrizione delle emozioni e dei sentimenti umani. Spinoza è infatti precursore di alcune idee odierne, supportate dalle ricerche di Damasio: la separazione del processo del sentimento da quello dell’idea sull’oggetto che può aver causato l’emozione; la credenza nella possibilità di combattere un emozione negativa con una più forte ma positiva, indotta dalla ragione; la convinzione dell’unione di mente e corpo; il concetto di conatus (sforzo naturale di conservazione da parte degli organismi) ed infine l’affermazione che "l’oggetto dell’idea costituente la mente umana è il corpo". Nel linguaggio comune non si distingue tra emozione e sentimento, adottandoli praticamente come sinonimi. Damasio opera invece una separazione intendendo per emozioni le componeti del processo esibite e rese pubbliche, e per sentimenti le componenti che restano invece private. Bisogna specificare che tale distinzione nasce per esigenze di spiegazione ma, in realtà, emozione e sentimento appartengono ad un unico processo (così come mente e corpo appartengono alla stessa sostanza). Secondo le ricerche di Damasio in tale processo per primo viene il meccanismo dell’emozione cui segue quello per produrre una mappa cerebrale e poi un’immagine mentale (o idea) dello stato dell’organismo che ne risulta, cioè il sentimento. "I sentimenti …non insorgono solo dalle emozioni vere e proprie, ma da qualsiasi insieme di reazioni omeostatiche, e traducono nel linguaggio della mente lo stato vitale in cui versa l’organismo"(pag. 107). All’origine del sentimento è quindi il corpo, costituito da diverse parti continuamente registrate in strutture cerebrali. I sentimenti sono allora la percezione di un certo stato corporeo cui, talvolta , si aggiunge la percezione di uno stato della mente ad esso associato o anche la percezione del tipo di pensieri il cui tema è consono con il genere di emozione percepita. Già con altre ricerche Damasio aveva dimostrato il ruolo decisivo che i sentimenti hanno nel comportamento sociale (si veda "L’errore di cartesio"). E anche qui l’autore ribadisce che l’integrità dei meccanismi dell’emozione e del sentimento è necessaria per un comportamento sociale umano normale. I sentimenti "ci aiutano a risolvere problemi non standard che implicano creatività, giudizio e processi decisionali, e che richiedono l’esibizione e la manipolazione di grandi quantità di conoscenza". (pag.215) All’interno della critica del dualismo cartesiano, Damasio ritorna sull’importanza della figura di Spinoza. Il filosofo modificò infatti la prospettiva ricevuta in eredità da Cartesio quando iniziò a sostenere che pensiero ed estensione sono sì distinguibili, ma sono anche attributi della stessa sostanza. Mente e corpo sono quindi inseparabili, "tagliati dalla stessa stoffa" (pag.251) [il che- se posso aggiungere- ricorda anche il pensiero fenomenologico di Merleau-Ponty]. Inoltre Damasio richiama l’attenzione su una strana situazione che si sta verificando oggi: la moderna associazione tra mente e cervello non ha eliminato la scissione dualistica tra mente e corpo, ma l’ha solo spostata. In diverse teorie ritroviamo infatti mente e cervello da un lato e corpo (cioè l’intero organismo ad esclusione del cervello) dall’altro. Ciò va contro la concezione sempre più diffusa e supportata da diverse ricerche (tra cui, appunto, quelle di Damasio) dell’unione di mente e corpo, cioè la cosiderazione del corpo nella sua completezza, nonché il suo ruolo di formazione della mente stessa. La neurobiologia dell’emozione e del sentimento dimostrano oggi un’altra delle intuizioni spinoziane, e cioè che la gioia e i sentimenti positivi sono preferibili al dolore in quanto "più favorevoli alla salute e allo sviluppo creativo del nostro essere" (pag.320). Il consiglio che Damasio propone a conclusione del libro è di combinare alcuni aspetti della filosofia spinoziana con un atteggiamento più attivo nei confronti dell’ambiente che ci circonda: "un atteggiamento combattivo…sembra prometterci che non ci sentiremo mai soli finchè il nostro interesse sarà concentrato sul benessere altrui". (pag.339)
Razionalità ed emozioni
[E' convinzione diffusa che l'utilizzo della logica formale sia di per sé in grado di condurci] alla soluzione migliore tra quelle possibili, per qualsiasi problema. Un aspetto importante di questa concezione razionalistica è che bisogna escludere le emozioni, per ottenere i migliori risultati: l'elaborazione razionale non deve essere impacciata da passioni. [da Damasio, L'errore di Cartesio, Adelphi, Milano, 1995, pag. 242]
[da Damasio, op. cit., pag. 243]
[da Damasio, op. cit., pag. 244] |
Che cosa fa il marcatore somatico? Esso forza l'attenzione sull'esito negativo al quale può condurre una data azione, e agisce come un segnale automatico di allarme che dice: attenzione al pericolo che ti attende se scegli l'opzione che conduce a tale esito. Il segnale può farvi abbandonare immediatamente il corso negativo d'azione e così portarvi a scegliere fra le alternative che lo escludono; vi protegge da perdite future, senza ulteriori fastidi, e in tal modo vi permette di scegliere entro un numero minore di alternative. [...] Nel normale processo umano di decisione i marcatori somatici possono non essere sufficienti, poiché in molti casi [...] avrà ancora luogo un successivo processo di ragionamento e decisione finale. [...] In breve, i marcatori somatici sono esempi speciali di sentimenti generati a partire dalle emozioni secondarie. Quelle emozioni e sentimenti sono stati connessi, tramite l'apprendimento, a previsti esiti futuri di certi scenari. Quando un marcatore somatico negativo è giustapposto a un particolare esito futuro, la combinazione funziona come un campanello d'allarme; quando invece interviene un marcatore positivo, esso diviene un segnalatore di incentivi, [da Damasio, op. cit., pagg. 245-6] |
L'errore di Cartesio
Qual era [...] l'errore di Cartesio? [da Damasio, op. cit., pagg. 336-7] |