Alain De Benoist
A cura di Tommaso Visone
“Non limitiamici a dire che tutto ciò che è nostro ha un valore; diciamo piuttosto, con forza e convinzione, che tutto ciò che ha valore è anche nostro”[1].
Pochi autori nella seconda metà del XX secolo sono stati così discussi, odiati, incompresi, apprezzati, fraintesi dai propri critici come Alain De Benoist, intellettuale “atipico”[2] e politicamente scorretto, scrittore poliedrico e saggista instancabile.
La Vita
Nato l'11 dicembre 1943 a Saint-Symphorien (Idre-et-Loire) in un contesto familiare che, come precisa lui stesso, era connotato da una, allora comune, impronta culturale cattolico-borghese, si trasferì all'età di sei anni a Parigi. La sua prima formazione ideologico-politica avvenne sui libri di Henry Conston ( conosciuto da De Benoist a quattordici anni, in vacanza) il quale sin dagli anni venti, spendeva il proprio tempo argomentando contro i complotti del potere giudaico-massonico. Il suo primo incontro con la filosofia avvenne al liceo (istituti Montaigne e Luis-le-Grand) dove si imbatte nel pensiero di Nietzsche, il quale, per dirla con Vico, è uno degli “auttori”[3] del pensatore francese. Sempre durante il liceo, iniziò una stretta collaborazione con il mensile “Lectures françaises”, diretto da Henry Coston, grazie al quale, nel 1963, pubblicò, sotto lo pseudonimo di Fabrice la Roche, il suo primo saggio: Salant deviant l'opinion. Quasi parallelamente, dal 1961, iniziò una doppia sessione di studi universitari (studi di lettere e diritto) presso l'università La Sorbona. In quegli anni (primi anni sessanta) si dedicò alla lettura di Maurras e Barres ed entrò nella redadazione del mensile “Cahiers universitaries”, del quale sarà segretario dal 1962 al 1967. Nel 1963 conosce Dominique Venner (militante nazionalista-europeista) e frequenta l'ambiente della rivista “Europe-Action”, la quale si contraddistingueva per un “nazionalismo europeo” dai tratti anticomunisti e xenofobi. Contemporaneamente si impegnò a diffondere negli ambienti della destra francese le idee di Louis Rougier, epistemologo francese che riuniva nel suo pensiero la critica della metafisica alla critica del cristianesimo, conosciuto da De Benoist nel 1965. Questo dava al giovane intellettuale la possibilità di realizzare la prima sintesi alternativa tra nietzsche e l'epistemologia neo-positivista all'interno dell'ambiente della destra francese. A partire dal 1969, dopo altre numerose collaborazioni[4], prese parte ai lavori e alla fondazione dell'associazione G.R.E.C.E. (Groupe de recherches et d'etudes sur la Civilisation Européenne), la quale si caratterizzerà per gli studi sulla dimensione metapolitica e culturale di ogni politica. Precedentemente, nel 1968, aveva fondato la rivista “Nouvelle école” la quale riuniva i delusi del nazionalismo e della politica aculturale della destra francese. Nel giro di un anno conobbe e convinse a partecipare alla rivista Giorgio Locchi, corrispondente a Parigi del “Tempo”, il quale, da valido germanista, gli fece scoprire gli scrittori della “rivoluzione conservatrice” tedesca, aprendo “nuove piste”[5] al pensiero di De Benoist. La posizione crescente assunta dalla riflessione metapolitica in De Benoist lo portò ad allontanarsi sempre più dai discorsi phamphlettistici dell'estrema destra per assumere, nei suoi interventi e nei suoi scritti un tono universitario ed un intento enciclopedico, allora, e tutt'oggi, totalmente estraneo alla destra francese. A partire dagli anni settanta, conseguentemente al suo interesse per la metapolitica e per le ricerche erudite, iniziò una intensa attività di saggista e polemista che lo portò alla pubblicazione di una serie di scritti destinati a segnare il panorama culturale francese ed europeo. Tra questi si possono ricordare: Nietzsche:Morale e grande politica (1973),Visto da destra (1977), Il Male Americano (1978) . Nel 1978 per Visto da destra ottenne il Grand prix de l'essai de l'Academie Française. Sempre negli anni settanta partecipò alla fondazione di “Eléments”, collaborò con le riviste “Figaro-Magazine”, “Valeurs Actuelles”, “Le Spectacle du monde”, “Item” e “Question de”, prendendo parte a dibattiti nazionali ed europei sul pensiero di Nietzche[6] , sul razzismo[7] e sull'egualitarismo[8]. Alla fine degli anni settanta il pensiero di De Benoist fu oggetto di una forte critica da parte della stampa francese di sinistra che lo accusava di neofascismo e di razzismo dalla quale si difese con una serie d'interventi a dibattiti e conferenze[9]. Da questa campagna stampa, il movimento intellettuale collegato alle esternazioni di De Benoist vide assegnarsi l'etichetta, da allora instaccabile, di “Nuova Destra”, che tutt'oggi denomina gli intellettuali che in Francia ed in Italia (ad esempio M.Tarchi) si riconoscono nelle idee dello studioso francese.
Negli anni ottanta collaborò a France-Culture, fondò la rivista “Krisis”[10] ( staccandosi parzialmente dall'ambiente del G.R.E.C.E) ed intensificò la sua attività di saggista. A questo periodo appartengono: Come si può essere pagani?, Moeller van den Bruck o la rivoluzione conservatrice, Il nemico principale, Democrazia: il problema, Oltre l'occidente. Nello stesso decennio intraprese ed approfondì lo studio di Heidegger che, nel corso del tempo, finì per soppiantare Nietzsche nel pensiero debenoistiano, che, durante quel periodo, si incentrò sulle tematiche del etnopluralismo, dell'europeismo, dell'antindividualismo ed dell'antiliberalismo. Queste ultime due tematiche lo portarono a confrontarsi con gli studiosi del M.A.U.S.S (Movimento antiutilitarista delle scienze sociali), tra cui strinse buoni rapporti, in particolare, con Alain Caillé e Serge Latouche.
In seguito, nel corso degli anni novanta, il pensiero di De Benoist si articolò intorno alla tematica dell'antiamericanismo che, dalla caduta del muro di Berlino, divenne la base ideologica per incontri con personaggi come Aleksander Dughin, contestatario postcomunista del governo di Eltsin. Tra i suoi scritti in quel lasso di tempo si evidenziano: L'impero interiore, Operaio tra dei e titani.Ernest Junger “sismografo” dell'era della tecnica, Comunismo e Nazismo, Ripensare la Guerra. Nel 1993 l'intellettuale francese dovette difendersi per una seconda volta da una campagna stampa orchestrata contro le sue idee da Le Monde, che lo accusava di criptofascismo[11]a seguito della ripresa di tematiche come quelle dei diritti dei popoli e del diritto alla differenza, che hanno reso il pensiero di De Benoist uno dei pensieri “maledetti” della cultura contemporanea. Attualmente, De Benoist continua la sua collaborazione con riviste come “Elements” e “Krisis”, definendosi un'intellettuale trasversale al di là della destra e della sinistra e rispecchiandosi volentieri in un ottica neo-comunitaria ed antiutilitarista, portatrice di una rinnovata etica dell'onore e del rispetto, corroborata da più di trent'anni di studi e di riflessioni in merito.
Pensiero
“Chiunque abbia familiarità con le idee di Alain De Benoist, sa che racchiuderle in un’analisi unitaria è impresa ardua”[12]. Condividendo questo pensiero, si indicheranno di seguito quelle che, secondo l'autore del presente profilo, risultano le “linee guida” del pensiero debenoistiano, senza tentare di giungere ad una difficile ed alquanto rischiosa (sotto il profilo interpretativo) sintesi esaustiva. Si sottolinea anche al lettore l'impossibilità di tenere conto, in una sede prevalentemente riassuntiva, di tutti gli ambiti affrontati ed analizzati dall'autore francese, il quale si differenzia da molti altri per la sua innata poliedricità e per la sua insaziabile curiosità che lo hanno portato a scrivere su una miriade di argomenti spazianti dalle tradizioni francesi alla biologia, dall'etica all'epistemologia, dalla politica all'etologia.
Fatta questa breve, ma doverosa, premessa, le “linee guida” del pensiero dell'autore francese possono essere elencate seguendo uno schema dicotomico, che si espone seguentemente: antiuniversalismo/difesa delle diversità, antiamericanismo/europeismo, contro l'utilitarismo/a favore dell'etica dell'onore, contro la centralizzazione/a favore di una democrazia federale, anti-individualismo/comunitarismo. La scelta di descrivere il pensiero debenoistiano mediante coppie dicotomiche mette in evidenza il metodo dello studioso transalpino che risulta caratterizzato da un “pensare contro”, da una modalità d'espressione che non può fare a meno di porre in evidenza l'idiosincrasia tra le proprie teorizzazioni e la deludente temperie culturale (si tenga conto dell'emarginazione culturale della destra francese) vissuta dall'autore francese che, come tutti gli anticonformisti “radicali”, si pone costantemente in un ottica critica ed alternativa nei confronti del suo tempo.
Detto questo si passerà ad analizzare ogni singola coppia dicotomica nel pensiero debenoistiano.
Antiuniversalismo/difesa delle diversità. Il pensiero di De Benoist è estremamente chiaro su questo punto, per l'autore francese “ogni universalismo tende all'ignoranza o alla cancellazione delle differenze”[13]. L'universalismo è, secondo questa vulgata, il manto di cui si ricoprono tutte le forme di assolutismo della storia volte alla soppressione della libertà/differenza dell'essere umano nel nome di una verità superiore ed “esterna” alla realtà vissuta. Su questo filone si collocano le rispettive critiche di De Benoist all'egualitarismo,all'individualismo, al cristianesimo ed al marxismo, che in periodi differenti hanno caratterizzato il pensiero dell'autore, il quale specularmente ha sempre teorizzato la difesa delle diversità, incentrando il suo discorso sulla tutela del “diritto alla differenza”, sul pluralismo culturale e sul riconoscimento delle diverse identità. A proposito De Benoist scrive: “Riconoscere l'altro implica non solo riconoscerlo in quanto altro, ma anche ammettere che, se siamo simili, è prima di tutto perchè siamo diversi. Non si tratta quindi di concepire il riconoscimento alla maniera di un Levinas-per il quale riconoscere l'altro significa sottrargli la sua differenza e assimilarlo a quel Medesimo di cui entrambi siamo parte- bensì nel senso dell'alterità riconosciuta. L'eguaglianza dei diritti, in questa prospettiva, non è la riduzione dell'altro al medesimo. Include al contrario il diritto alla differenza. Restituisce all'uguale la sua differenza, il che vuol dire che non concepisce l'eguaglianza nel senso della assoluta coincidenza. Concepisce l'universale non come ciò che resta una volta che si sono soppresse le differenze (perchè in questo caso non resta niente), ma come ciò che si nutre delle differenze e delle particolarità”[14].
Antiamericanismo/europeismo. In Alain De Benoist, il doppio riferimento all'identità europea e alla critica dell'americanismo è un tratto costante. Il pensiero propositivo sull'europa dell'autore francese si manifesta attraverso due tipi di discorsi: “L'uno, incentrato sull'esaltazione dell'identità propria della cultura europea, un identità ricostruita in funzione di una provenienza, o di origini lontane; l'altro, segnato dalla visione normativa di un impero europeo, al contempo postnazionale e indipendente dai blocchi”[15].L'Europa pensata da De Benoist è, dunque, coesa culturalmente ed indipendente politicamente, vicina ai popoli oppressi del terzo mondo inquanto Europa e terzomondo si decolonizzerebbero in un processo simultaneo dalle ideologie totalizzanti ed imperialiste dell'età contemporanea. Così l'autore francese descrive il suo europeismo: “L'attaccamento appassionato all'Europa è certamente una delle molle più potenti che ci siano in me. Mi definisco europeo: un uomo che, ovunque in Europa, si sente a casa sua. Si potrebbe forse anche dire che la volontà di vedere l'Europa riappropiarsi di ciò che la fonda in proprio, di vederla riconquistare la sua libertà e di proporre al mondo un modello, al contempo imperiale[16] e organico, di esistenza comune, costituisce il punto fisso della mia evoluzione personale”[17]. Simultaneamente, ed in maggior misura a partire dalla caduta del muro di Berlino, De Benoist individua “il nemico principale” della sua visione europeista, “l'americanismo”, concepito come ideologia acritica filostatunitense. Il pensiero americanista viene così concepito inquanto “fra due nemici possibili, il nemico principale è semplicemente quello che dispone dei mezzi più considerevoli per combatterci e riuscirci a piegare alla sua volontà: in altre parole è quello che è più potente. Da questo punto di vista, le cose sono chiare: il nemico principale, sul piano politico e geopolitico sono gli Stati Uniti d'America”[18]. Ma il nemico principale nel pensiero De Benoistiano non concide con il nemico assoluto, in quanto come nemico politico non dovrebbe mai essere demonizzato, pena la ricaduta nel totalitarismo. Esso (il nemico) rappresenta per lo scrittore francese “un avversario del momento” e non un'incarnazione del male. L'ideologia americanista viene anche criticata come una forma di universalismo d'assalto che sdradica e distrugge le differenze culturali mondiali nel nome di una “Verità” che, se ben analizzata, svela, nella mentalità e nella prassi americanista, una forte dose di ipocrisia ed arroganza, descrivibile, per rifarsi a Chomsky, come “la quinta libertà”[19] del popolo americano.
Contro l'utilitarismo/a favore di un Etica dell'onore
La posizione etica dell'autore francese scaturisce dal rifiuto di ogni logica utilitarista e di ogni concezione del bene e del mare basata sull'interesse, il che lo porta a sostenere una “morale aristocratica” fondata sull'Onore. L'Onore, per De Benoist, consiste nella fedeltà alla norma che ci si è dati e nella capacita di saper agire contro i propri interessi. Da questa posizione si rivaluta la figura dell'eroe, intesa come quella persona che cerca sempre cosa può dare alla vita e all'esistenza in contrapposizione a coloro che cercano qualcosa da ricavare da essa (W.Sombart), al fine di fornire un'esempio etico alla società. Dalla concezione etica di De Benoist si rivaluta la posizione del Dovere nella diade Diritto/Dovere, in quanto “Se un uomo ha un Diritto ciò significa che ha anche dei doveri.Più precisamente, se deve esserci parità dei diritti deve esserci anche parità dei doveri”[20] Questa visione dell'etica è contornata dalla consapevolezza concernente la natura tragica dell'esistenza umana, la quale nasce dalla percezione di una doppia contraddizione: “in primo luogo tra la nostra piccolezza e la nostra brevità davanti all'immensità e all'infinità del mondo; poi dal fatto che noi siamo contenuti nel mondo sul piano materiale e il fatto che il mondo, pur così immenso, è allo stesso tempo contenuto in noi sul piano spirituale”[21]. L'uomo secondo De Benoist è, in quanto consapevole di questa tragicità, l'unico essere che riesce “a far uscire il più dal meno” creando forme dell'universo che al difuori dell'essere umano non esisterebbero. La grande rivincità umana, per l'autore transalpino, sarebbe quella dell'intensità della vita che, raggiungendo picchi infiniti, sconfiggerebbe la brevità e la finitezza dell'esistenza.
Contro la centralizzazione/ a favore di una democrazia federale
L'eredità della rivoluzione francese è ovviamente presente nelle considerazioni di Alain De Benoist sulla Democrazia e sulla ripartizione del potere all'interno di un'entità statale. La sua teoria democratica si poggia su una reinterpretazione di Rosseau[22], e la sua visione della sovranità si basa su una netta contrapposizione al centralismo giacobino e su la ripresa dell'idea federale così come proggettata da uno dei suoi padri J.Althusius. La sua Democrazia, infatti, deve avvicinarsi al modello delle piccole città-comunità descritto dal filosofo ginevrino sull'idea della polis greca al fine di riavvicinare il cittadino ad una forma di appartenenza alla cosa pubblica sentita e vissuta in autonomia ( che per De Benoist non significa né indipendenza, né decentralizzazione). Per restituire alle comunità una forma di partecipazione democratica basata sull'autonomia, De Benoist critica la concezione di sovranità così come elaborata da Bodin e ripresa dai giacobini, ovvero come esclusività del potere da parte del sovrano/governante, appoggiandosi alla visione di Altusius che, per riavvicinare l'esercizio della sovranità al popolo, concepisce un “organizzazione ascendente di comunità plurali costituite sulla base di associazioni anteriori e di appertenenze multiple” che “dispongono di poteri che si sovrappongono a vicenda”[23], la quale si fonda su un'alleanza (foedus) tra individui definiti anzitutto dalle loro appartenenze. L'erede di questo sistema nella politica contemporanea è costituito dal Federalismo (da foedus) il quale è concepito e promosso da De Benoist come “un sistema di unità politiche strettamente incastrate, solidali e che si stimolano reciprocamente”. Il Federalismo, infatti, è il solo sistema nel quale, per l'autore transalpino, “il governo centrale condivide le differenti competenze costituzionali e legislative con le collettività sulle quali ha autorità, delegando queste competenze ai livelli in cui possono esercitarsi meglio”[24].
Nel complesso, il Federalismo per De Benoist risulta essere la principale via per una autentica democrazia.
Anti-individualismo/comunitarismo
Le critiche all'individualismo esposte negli scritti di De Benoist hanno una comune radice nella critica all'astrazione impersonale e all'universalismo. Lo studioso francese, interrogato sul tema, così risponde nel 1984: “L'individualismo è anch'esso un'estremismo che, in quanto tale può generare intolleranze (ad esempio nei confronti dell'interesse generale). Ma bisogna intendersi sulle parole. Storicamente, la crescita dell'individualismo è associata a quella dell'egualitarismo. Ne è la conseguenza logica. L'individualismo è anche il contrario della personalizzazione: per me, tra l'individuo e la persona c'è tanta differenza quanta ce n'è tra una massa e un popolo. Nell'ideologia occidentale, l'individuo è quell'atomo astratto, convertibile, sconsacrato, che considera come leggittimo il ripudio delle sue eredità e delle sue appartenenze”[25]. Secondo la sua opinione anche lo Stato Totalitario è figlio dell'individualismo, in quanto quest'ultimo causerebbe quella disintegrazione del legame sociale che costituisce la condizione per la comparsa del totalitarismo.
Alla concezione individualista, sopra descritta, De Benoist oppone una visione dell'uomo come integrato in “sistemi di desideri” gerarchicamente ordinati. Questi sistemi di desideri sono le comunità, definite come “un ordine o una struttura di valori condivisi parzialmente costitutivo di un'identità o di una forma di vita comune”[26]. Questa concezione del rapporto uomo/società è ripresa ed incrementata dallo scrittore transalpino a partire dai testi del movimento comunitarista, composto tra gli altri da A,MacIntyre, R.Mangabeira, M.Sandel, C.Taylor, che afferma che “ogni essere umano è inserito all'interno di una rete di circostanze naturali e sociali che ne costituiscono l'individualità e ne determinano, almeno in parte, la concezione della vita buona”[27]. Quindi in base a questo enunciato “nessuno compie una scelta in base alla libertà sovrana, ma tutti esercitano la propria libertà sulla base di ciò che li lega gli uni agli altri”[28]. La comunità, nel pensiero debenoistiano, si erige a medium della vita del soggetto, che vive mediante la stessa, compartecipe del bene intrinseco rappresentato dalla comunità stessa. Nel complesso, l'analisi di De Benoist sul tema vede rinascere grazie alla comunità il concetto di bene comune e, con esso, apre un rinnovato spazio per la politica[29].
Di sicuro le idee di Alain De Benoist sono caratterizzate da prese di posizione molto forti e, a seconda dei punti di vista, più o meno discutibili. Ma un monito, per coloro che si avvicinano alla critica dell'intellettuale transalpino, resta d'obbligo: “Coloro che detestano le idee di Alain De Benoist devono combatterle con idee, non con bastoni o vetriolo. Le idee uccidono, ho detto, ma in effetti la bellezza e la fragilità del liberalismo è che non soffoca le voci, anche pericolose”[30].
Opere
Si esporrà seguentemente l'elenco degli scritti debenoistiani così come esposto nel sito ufficiale dell'intellettuale francese www.alaindebenoist.com
Scritti di Alain De Benoist
1973
1Alain de Benoist, Nietzsche:
morale et «grande politique», GRECE, Paris 1973, 44 p. [introduction
signée «Robert de Herte»].
1977
2. Alain de Benoist, Vu
de droite. Anthologie critique des idées contemporaines, Copernic, Paris
1977, 626 p., ill. [sous
couverture cartonnée].- dédié à Jean-Claude Valla. - 2e éd: Paris 1977.- 3e
éd.: Paris 1977.- 4e éd.: Paris 1978. 3. Alain de Benoist, Argumento
Etologia. Entrevista con Konrad Lorenz, s.éd., s.l.n.d. [Lisboã 1977], 58
p., trad. anonyme.
1978
4. Alain de Benoist, O que é a
geopolítica, coll. «Campo livre», 8, Ed. do Templo, Lisboã s.d. [1978],
59 p., trad. Maria Júlia Beirão de Brito.
1979
5. Alain de Benoist, Les idées à
l'endroit, Libres Hallier [Albin Michel], Paris 1979, 298 p.- dédié à
Michel Marmin. 6. Robert de Herte, Le
guide pratique des prénoms, coll. «Hors-série d'“Enfants-Magazine”», 1,
Publications Groupe Média, Paris 1979, 98p.
1981
7. Alain de Benoist, Comment
peut-on être païen?, Albin Michel, Paris 1981, 280p. A8. Alain de Benoist, Moeller van
den Bruck o la Rivoluzione conservatrice, coll. «Aletheia», 2, Edizioni
del Tridente, La Spezia 1981, 83 p., trad. Marco Tarchi.- trad. italienne de:
«Arthur Moeller van den Bruck: une “question à la destinée allemande”», in Nouvelle
Ecole, Paris, 35, janvier 1980, pp. 40-73.
1982
9. Alain de Benoist, Orientations
pour des années décisives, coll. «Orientations», 1, Labyrinthe, Paris
1982, 78 p. 10. Alain de Benoist, Fêter
Noël. Légendes et traditions, Atlas-Edena, Paris 1982, 64 p., ill. 11. Alain de Benoist (éd.),
Les traditions d'Europe, Labyrinthe, Paris 1982, 480 p. 12. Alain de Benoist, I
Thriskeia tis Eurôpis, Eleutheri Skepsis, Athinai 1982, 64 p.
1985
13. Alain de Benoist, Démocratie:
le problème, Labyrinthe, Paris 1985, 86 p. 14. Alain de Benoist, Kulturrevolution von rechts. Gramsci und die «Nouvelle Droite», coll. «edition e», 6, Sinus, Krefeld 1985, 158 p., trad. Armin Mohler, Patrick de Trevillert et Charlotte Adelung, préface d'Armin Mohler [recueil de 8 textes]. 15. Alain de Benoist, Die
deutsche Frage aus französischer Sicht, coll. «Missus-Schriftenreihe», 5,
Studentenbund Schlesien, Göttingen 1985, 20 p., trad. Patrick de Trevillert.
1986
16. Alain de Benoist, Europe,
Tiers monde, même combat, coll. «Franc-parler», 11, Robert Laffont, Paris 1986, 253 p.
1987
17. Alain de Benoist, Gialta. Ta
desma tis Europis, coll. «Phakelloi», 2, Eleutheri Skepsis, Athinai 1987,
69 p., trad. anonyme. 18. Alain de Benoist et Robert
de Herte, Tromokratia. To alithino problèma den tekhnikè poti, coll. «Phakelloi», 4, Eleutheri
Skepsis, Athinai 1987, 77 p., trad. anonyme.
1992
19. Alain de Benoist, Contra el racismo, Alternativa Europea, Barcelona s.d. [1992], 11 p.- reprise [non autorisée] d'un chapitre de l'éd. espagnole de A5 (pp. 145-156 de l'éd. française).
1993
20. Im Gespräch mit
Alain de Benoist, coll. «Interview-Reihe», 3, Junge Freiheit, Freiburg i.Br. 1993, 24 p., éd. par Armin Mohler et Dieter Stein.
1994
21. Alain de Benoist, Le
grain de sable. Jalons pour une fin de siècle. Les éditoriaux d'«Eléments»,
1973-1994, coll. «La bibliothèque du XXIe siècle», 1,
Labyrinthe, Arpajon 1994, 191 p. [recueil de 65 éditoriaux publiés à partir
de 1973, avec un texte de 1991 et une introduction inédite, pp. 9-18]. 22. Alain de Benoist, Nationalisme:
phénoménologie et critique, n° spécial du Lien Plus, supplément au
bulletin Le Lien, GRECE, Paris s.d. [1994], 12 p. [texte d'une
communication au colloque organisé le 29 février 1992 à Paris par l'Institut
culturel finlandais, sur le thème: «La montée des nationalismes a-t-elle un
avenir?»].- 2e éd.: in Alain de Benoist, Critique du nationalisme
et crise de la représentation, coll. «Points de vue», 7, GRECE, Paris
s.d. [1994], 28p. 23. Alain de Benoist, Démocratie
représentative et démocratie participative, n° spécial du Lien Plus,
supplément au bulletin Le Lien, GRECE, Paris s.d. [1994], 11p. [texte d'une communication au
colloque organisé le 3 juin 1993 à Rome par la revue Pagine libere,
sur le thème: «Wall Street? No, grazie!»]. 24. Alain de Benoist, Nietzsche et la Révolution conservatrice, n° spécial du Lien Plus, supplément au bulletin Le
Lien, GRECE, Paris s.d. [1994], 15 p. [texte d'une communication au
colloque organisé le 31 mai 1994 à Rome, sur le thème: «Nietzsche — L'enigma,
il suono, gli dei»].
1995
25. Alain de Benoist, L'empire
intérieur, Fata Morgana, Fontfroide le Haut 1995, 180 p. 26. Alain de Benoist, La ligne de
mire. Discours aux citoyens européens, 1972—1987, coll. «La bibliothèque du XXIe
siècle», 2, Labyrinthe, Arpajon 1995, 175 p. [10 communications présentées
entre 1972 et 1987 à des colloques nationaux du GRECE, avec une introduction
inédite]. 27. Alain de Benoist, Ernst
Jünger y El Trabajador. Una trayectoria vital e intelectual entre los dioses
y los titanes, coll. «Disidencias», Barbarroja, Madrid 1995, 107 p., trad. Juan C. Garcia,
présentation de José Luis Ontiveros.
1996
28. Alain de Benoist, Famille
et société. Origines — Histoire — Actualité, Labyrinthe, Arpajon 1996,
191 p. 29. Alain de Benoist, La
ligne de mire. Discours aux citoyens européens, 1988—1995 [vol. 2], coll.
«La bibliothèque du XXIe siècle», 3, Labyrinthe, Arpajon 1996, 221
p. [8 communications présentées à partir de 1988 à des colloques nationaux du
GRECE]. 30. Alain de Benoist, Céline
et l'Allemagne, 1933-1945. Une mise au point, Le Bulletin célinien,
Bruxelles 1996, 107 p. 31. Horizon 2000. Trois
entretiens avec Alain de Benoist, coll. «Points de vue», 15, GRECE, Paris
1996, 31 p. 32. Alain de Benoist, La
légende de Clovis, coll. «Textes et documents», 3, Cercle Ernest Renan,
Paris s.d. [1996], 45 p. 33. Alain de Benoist,
[«L'Amérique telle qu'elle est», titre en iranien], Sous-secrétariat à la
recherche du ministère de la Culture et de l'orientation islamique, Centre
des statistiques et de la planification des recherches culturelles et
artistiques, Téhéran 1996, 32 p., trad. Chahrouz Rastegar.
1997
34. Alain de Benoist, Ernst
Jünger. Une
bio-bibliographie,
Guy Trédaniel, Paris 1997, 186 p.
1998
35. Alain de Benoist, Communisme
et nazisme. 25
réflexions sur le totalitarisme au XXe siècle, 1917—1989, Labyrinthe, Paris 1998, 154 p. 36. Alain de Benoist, The Study of Intelligence and the IQ Controversy. A Bibliographical Introduction, 1869-1997, Institute for the Study of Man, Washington 1998, 152 p. [bibliographie]. 37. Alain de Benoist, Minima
Moralia, coll. «Docencia», Editorial de la Universidad nacional del Sur, Bahía Bianca s.d. [1998], 58 p., trad. Néstor Luis Montezanti.
1999
38. Alain de Benoist, Aufstand
der Kulturen. Europäisches Manifest für das 21. Jahrhundert, Junge Freiheit, Berlin 1999, 237 p., trad. Claude Michel [12 textes précédés d'une
introduction inédite]. 39. Alain de Benoist, Ripensare
la guerra. Dallo
scontro cavalleresco allo sterminio di massa, coll. «Quaderni», 1,
ASEFI-Terziaria, Milano 1999, 100 p., trad. Marco Tarchi.
2000
40. Alain de Benoist, L'écume
et les galets, 1991—1999. Dix ans d'actualité vue d'ailleurs, Labyrinthe, Paris 2000, 623 p.
[recueil de 328 éditoriaux parus entre le 4 janvier 1991 et le 14 mai 1999
dans La Lettre de Magazine-Hebdo]. 41. Alain de Benoist, Jésus
sous l'œil critique des historiens, coll. «Les jeudis du Cercle», 54,
Cercle Ernest Renan, Paris 2000, 31 p. [texte d'une conférence prononcée le
18 novembre 1999 à Paris devant les membres du Cercle Ernest Renan]. 42. Alain de Benoist, Hayek,
coll. «Contra —
Argomentazioni antieconomiciste», 3, Il Settimo Sigillo, Roma 2000, 77 p.,
trad. et présentation de Carlo Gambescia. 43. Alain de Benoist, Bibliographie
d'Henri Béraud, coll. «Cahiers Henri Béraud», 5, automne 2000,
Association rétaise des Amis d'Henri Béraud, Loix-en-Ré 2000, 32 p.
2001
44. Alain de Benoist, Dernière
année. Notes
pour conclure le siècle, L'Age d'homme, Lausanne 2001, 302p. [journal de l'année 2000]. 45. Alain de Benoist, Schöne Vernetzte Welt. Eine Antwort auf die Globalisierung, Hohenrain, Tübingen 2001, 453 p., ill., index, trad. Claude Michel [recueil de 12 textes précédés d'une introduction inédite, pp. 7-25].
2002
46. Alain de Benoist, Charles
Maurras et l'Action française. Une bibliographie, Editions BCM [Bulletin
Charles Maurras], Niherne 2002, 227 p. 47. Alain de Benoist, Die
Wurzeln des Hasses. Ein Essay zu den Ursachen des globalisierten Terrorismus,
coll. «Dokumentation», 3, Edition JF [Junge Freiheit], Berlin 2002, 59 p.,
trad. Silke Lührmann. 48. Alain de Benoist, ¿Qué ha
pasado con la izquierda?, coll. «Punto de vista», 12, GRECE, Mollet del
Vallès [Barcelona] 2002, 36 p. 49. Alain de Benoist, Jésus
et ses frères, coll. «Textes et documents», Cercle Ernest Renan, Paris
s.d. [2002], 118 p. 50. Alain de Benoist, La «nuova
evangelizzazione» dell'Europa. La strategia di Giovanni Paolo II, coll.
«Segnavia», 20, Ariana, Casalecchio 2002, 103 p., trad. Giuseppe Giaccio. 51. Alain de Benoist, Zarathustra nyomában. Példabeszéd a jó európaiakhoz, Europa Authentica, Budapest 2002, XII + 287 p., trad. István Gazdag [recueil de 11 textes, précédés d'une introduction inédite].
2003
52. Alain de Benoist, Carl Schmitt. Bibliographie seiner Schriften und Korrespondenzen, Akademie, Berlin 2003, 142 p. [bibliographie internationale de l’œuvre de Carl Schmitt].- dédié à Günter Maschke. 53. Alain de Benoist, Critiques
— Théoriques, L'Age d'Homme, Lausanne 2003, 574 p. [recueil de 28 textes,
qui devaient initialement constituer deux ouvrages distincts, avec une
introduction inédite, pp. 11-12]. 54. Alain de Benoist, Die
Schlacht um den Irak. Die wahren Motive der USA bei ihrem Kampf um
Vorherrschaft, coll. «Documentation», 4, Edition JF [Junge Freiheit],
Berlin 2003, 81 p., trad. anonyme. 55. Alain de Benoist, Le sfide della postmodernità. Sguardi sul terzo millenio, coll. «Segnavia», 25, Arianna, Casalecchio 2003, 311 p., trad. Giuseppe Giaccio et Marco Tarchi, présentation de Eduardo Zarelli [recueil de 16 textes].
2004
56. Alain de Benoist, Au-delà
des droits de l’homme. Pour défendre les libertés, Krisis, Paris, 153 p. 57. Alain de Benoist, Bibliographie
générale des droites françaises, vol. 1: Arthur de Gobineau — Gustave
Le Bon — Edouard Drumont — Maurice Barrès — Pierre Drieu La Rochelle — Henry de Montherlant — Thierry Maulnier — Julien Freund, coll. « Patrimoine
des lettres », Dualpha, Paris-Coulommiers 2004, 614 p. 58. Alain de Benoist, Bibliographie
générale des droites françaises, vol. 2 : Georges Sorel — Charles
Maurras — Georges Valois — Abel Bonnard — Henri Béraud — Louis Rougier —
Lucien Rebatet — Robert Brasillach, coll. « Patrimoine des lettres »,
Dualpha, Paris-Coulommiers 2004, 472 p. 59. Alain de Benoist, L’impero del «bene». Riflessioni sull’America d’oggi, coll. «Anamerica – Strumenti e materiali per lo studio dell’americanismo», 2, Il Settimo Sigillo, Roma 2004, 151 p., trad. Giuseppe Giaccio [recueil de 3 textes].
2005
60. Alain de Benoist, Bibliographie
générale des droites françaises, vol. 3 : Louis de Bonald – Alexis de
Tocqueville – Georges Vacher de Lapouge – Léon Daudet – Jacques Bainville –
René Benjamin – Henri Massis – Georges Bernanos – Maurice Bardèche – Jean
Cau, coll. « Patrimoine des lettres », Dualpha Editions, Paris 2005, 648
p. 61. Alain de Benoist, Bibliographie
générale des droites françaises, vol. 4 : Joseph de Maistre – Ernest
Renan – Jules Soury – Charles Péguy – Alphonse de Châteaubriant – Jacques
Benoist-Méchin – Gustave Thibon – Saint-Loup (Marc Augier) – Louis Pauwels,
coll. « Patrimoine des lettres », Dualpha Editions, Paris 2005, 648 et 736 p. 62. Alain de Benoist, Jézus és testvérei. Gondolatok a vallásról a hitröl, Europa Authentica, Budapest 2005, 291 p., trad. István Gazdag, index [recueil de 12 textes sur les questions religieuses]. 63. Alain de Benoist, Comunità e decrescita. Critica della ragione mercantile, Arianna Editrice, Casalecchio, et Macro Edizioni, Diegaro di Cesena 2006 [paru fin 2005], 221 p., trad. Alessandro Bedini, Massimo Carminati, Giuseppe Giaccio, Paolo Mathlouthi et Marco Tarchi, présentation de Eduardo Zarelli [recueil de 13 textes et entretiens sur l’écologie, la décroissance et la critique de la raison marchande]. * Le livre Le libéralisme n'est pas une solution, annoncé en1987 pour paraïtre chez Robert Laffont, dans la collection «Franc-parler», n'a jamais été publié. Il en va de même du livre sur Les traditions de Noël, pour lequel un contrat avait été signé le 13mai 1985 avec les éditions Imago. |
Principali scritti di Alain De Benoist in collaborazione con altri autori (a cura del autore del presente profilo)
Alain De Benoist e Giorgio Locchi (1978), Il Male Americano, Libreria Editrice Europa, Roma
Alain De Benoist e Tomas Molnar (1992), L'eclissi del sacro, Settecolori, Vibo Valentia
Alain De Benoist et Charles Champetier (2000), Manifeste pour une renaissance européenne. A la découverte du GRECE. Son histoire, ses idées, son organisation, GRECE, Paris
Su Alain De Benoist e la Nuova Destra
Pierre-Andre Taguieff (2004), Sulla Nuova Destra. Itinerario di un intellettuale atipico, Vallecchi, Firenze
Francesco Germinario(2002), La destra degli dei. Alain De Benoist e la cultura politica della nouvelle droite, Bollati Boringhieri,Torino
[1] Alain de Benoist, L'impero interiore, Ponte alle Grazie, Firenze, 1995 pag.75
[2] Per riprendere una formula coniata appositamente su De Benoist da Pierre-André Taguieff
[3] Vico intende con il termine “auttori” quegli autori che maggiormente hanno influenzato il suo pensiero, che nel suo caso sono Platone, Tacito, Bacone e Grozio. Volendo fare una similitudine un pò forzata si può sostenere che per De Benoist l'equivalente sia Nietzsche, Heidegger, Junger, Levi-Strauss.
[4] Tra le quali “Echo de la presse et de la pubblicité”, “Le Charivari”, “Le courrier de Paul Deheme”. Si veda a proposito in Pierre-Andrè Taguieff, Sulla Nuova Destra. Itinerario di un intellettuale atipico, Vallecchi, Firenze, 2004
[5] Si veda Alain De Benoist, Giorgio Locchi, in “Eléments”, n.76, dic.1992
[6] Si veda inAA.VV. Nietzsche et notre temps, “Engadine”n.13 e 14,1972
[7] Si veda ad esempio “A.De Benoist, Countre tous racismes (colloquio con Alain De Benoist), in “Eléments”, N.8-9,1974
[8] Importante nel pensiero di De Benoist il collegamento tra anti-egualitarismo ed anti-americanismo. Un esempio, per gli anni settanta di questa piega del suo pensiero è contenuto in R.de Herte e H.J.Nigra (pseudonimi per Alain De Benoist e Giorgio Locchi), Il était une fois l'amérique, in “Nouvelle école”, N.27-28, 1975
[9] Si veda in Pierre-André Taguieff, op.cit.
[10] Si è nel 1988
[11] Si veda l'appello alla vigilanza firmato tra gli altri da Rossana Rossanda e Umberto Eco in “Le Monde” 13\7\1993
[12] M.Tarchi, Il De Benoist di Germinario, in “Diorama Letterario”n.253,2002
[13] Alain De Benoist, Oltre i diritti dell'uomo, in “Diorama letterario”, n.261, 2003 pag.3
[14] Alain De Benoist, Il diritto alla differenza non può essere negato, in “Diorama Letterario”, n.274, 2005 pag.5
[15] Pierre-André Taguieff, Sulla Nuova Destra. Itinerario di un intellettuale atipico, Vallecchi, Firenze, 2004, pag.280
[16] Con il termine imperiale De Benoist non intende evocare una nuova egemonia né una forma rinnovata di dominio europeo bensì quel principio imperiale che si contraddistingue come comune idea di auctoritas sovranazionale. Si veda a proposito Alain De Benoist, L'impero interiore, op.cit.
[17] Alain De Benoist, Vers des nouvelles convergences, conversazione con A.De Benoist, in “Eléments”, n.56, dic.1985-feb.1986, pag.16
[18] Alain De Benoist, L'America che ci piace, in “Diorama letterario”, n.270, pag.3
[19] Ovvero la libertà di sostenere gli interessi americani nel mondo a tutti i costi e con tutti i mezzi, compresi l'omocidio, la rapina e lo sfruttamento. Si veda N.Chomsky, La quinta libertà, Eleuthera, Milano, 2002
[20] Alain De Benoist, L'idea nominalista. Fondamenti di un atteggiamento verso la vita, su “l'Uomo libero” N.7 del 01/07/1981 disponibile su www.uomo-libero.com
[21] Alain De Benoist, L'idea nominalista. Fondamenti di un atteggiamento verso la vita, su “l'Uomo libero” N.7 del 01/07/1981 disponibile su www.uomo-libero.com
[22] Si veda M.Prospero, Il Pensiero Politico della Destra, Newton and Compton, Roma, 1996
[23] Alain De Benoist, Le sfide della postmodernità, Arianna ed., Casalecchio (Bo), 2003 pag.24
[24] Alain De Benoist, Le sfide della post modernità, Arianna ed., Casalecchio(Bo), 2003 pag.177
[25] Alain De Benoist, Les ordonnaces du docteur Droite, conversazione con Alain Rollet, in “Le Monde aujourd'hui”17/18 giugno 1984, pp.XIV-XV.
[26] Questa definizione De Benoist la riprende da M.J.Sandel, Liberalism and the limit of giustice, Cambridge University press, Cambridge, 1982 pag.167
[27] Alain De Benoist, Le sfide della postmodernità,op.cit.pag.120
[28] Alain De Benoist, op.cit. Pag.120
[29] Politica come “arte della decisione in vista del bene comune”. Alain De Benoist, Le sfide della postmodernità, Arianna ed., Casalecchio (Bo), 2003 pag.7
[30] R.Aron, Mémoires, Juliard, Paris, 1983, tomo 2 pag.984