Diego Fusaro, ESSERE SENZA TEMPO. ACCELERAZIONE DELLA STORIA E DELLA VITA, Bompiani, Milano 2010, prefazione di Andrea Tagliapietra, 411 pagg., 12 euro.
QUARTA DI COPERTINA:
“Come massima disgrazia della nostra epoca, che non permette ad alcunché di pervenire a maturità, devo considerare il fatto che nell’istante prossimo si consuma quello precedente, si sprecano i giorni e si vive sempre alla giornata, senza combinare nulla” (J. W. Goethe, lettera del novembre 1825)
Viviamo nell’epoca della fretta, un “tempo senza tempo” in cui tutto corre scompostamente, impedendoci non soltanto di vivere pienamente gli istanti presenti, ma anche di riflettere serenamente su quanto accade intorno a noi. Di qui il paradosso di una filosofia della fretta, nel tentativo di far convergere la “pazienza del concetto” e i ritmi elettrizzanti del mondo. L’endiadi di essere e tempo a cui Martin Heidegger aveva consacrato il suo capolavoro del ’27 sembra oggi riconfigurarsi nell’inquietante forma di un perenne essere senza tempo. Figlio legittimo dell’accelerazione della storia inaugurata dalla Rivoluzione industriale e da quella francese, il fenomeno della fretta fu promosso, sul piano teorico, dalla passione illuministica per il futuro come luogo di realizzazione di progetti di emancipazione e di perfezionamento. La nostra epoca “postmoderna”, che pure ha smesso di credere nell’avvenire, non ha per questo cessato di affrettarsi, dando vita a una versione del tutto autoreferenziale della fretta: una versione nichilistica, perché svuotata dai progetti di emancipazione universale e dalle promesse di colonizzazione del futuro. Nella cornice dell’eternizzazione dell’oggi resa possibile dalla glaciale desertificazione dell’avvenire determinata dal capitalismo globale, il motto dell’uomo contemporaneo – mi affretto, dunque sono – sembra accompagnarsi a una assoluta mancanza di consapevolezza dei fini e delle destinazioni verso cui accelerare il processo di trascendimento del presente.
Diego Fusaro (Università Vita-Salute San Raffaele
di Milano) è attento studioso della “filosofia
della storia” e delle strutture della temporalità
storica, con particolare attenzione per il pensiero
di Fichte, di Hegel, di Marx e per la “storia
dei concetti” (
Begriffsgeschichte) tedesca.
Per Bompiani ha curato l’edizione bilingue
di diverse opere di Marx. Ha inoltre dedicato
quattro studi monografici all’interpretazione
del pensiero marxiano e ai suoi nessi
con l’idealismo fichtiano e hegeliano:
Filosofia
e speranza (2005),
Marx e l’atomismo greco
(2007),
Karl Marx e la schiavitù salariata (2007),
Bentornato Marx! (Bompiani, 2009).
È il curatore del progetto internet
“La filosofia e i suoi eroi” (www.filosofico.net).
INDICE
Prefazione di Andrea Tagliapietra
1. Non c’è tempo! Modernità irrequieta.
1. Mi affretto dunque sono. Fenomenologia della fretta.
2. L’impazienza della storia: cenni sul moderno regime di
temporalità.
3. Tutto corre. Ipertrofia dell’aspettativa e «futuro-centrismo»
dei concetti.
4. The time is out of joint: tutto ciò che è solido si dissolve
nell’aria.
2. Che fretta c’era? Genealogia dell’«essere-senza-tempo».
1. Rivoluzione industriale e velocizzazione della tecnica,
della scienza e della produzione.
2. Dialettica dell’impazienza. Rivoluzione francese e accelerazione
del mutamento socio-politico.
3. Lotte per il tempo. Accelerazione dei ritmi di vita e sindrome
della fretta.
4. Le «locomotive della storia»: il treno come simbolo della
temporalità moderna.
3. Sempre più veloce. Testimonianze moderne del
tempo rapido.
1. Carpe diem. Tempo che stringe e passione per il futuro.
2. Il più veloce dei mondi possibili. Fretta e utopie del tempo
nella letteratura.
3. «Come se la storiografia non riuscisse più a tenere il passo
della storia»: il punto di vista degli storici.
4. «Verrò presto!»: la fretta come secolarizzazione di un’idea
ebraica e cristiana.
5. La genesi dell’idea di «abbreviazione dei tempi» tra
religione e scienza.
4. Tempus fugit. Filosofie della fretta.
1. Riguadagnare il tempo perduto: strategie dell’alta velocità.
2. Kant e l’accelerazione del progresso come imperativo
categorico dell’umanità.
3. Hegel e lo «Spirito del mondo» con gli stivali delle sette leghe.
4. Il tempo delle merci: Marx e la concezione materialistica
dell’accelerazione.
5. Time is money. Capitalismo e astuzia dell’accelerazione.
6. Lenin, Hitler e le «cronopolitiche» della fretta.
5. Accelerazione senza futuro e nichilismo della fretta.
1. Il disagio della velocità e la tirannia dell’istante.
2. Niente tempi morti, per favore! Internet e la fretta globalizzata.
3. Dal «futuro passato» all’«eterno presente»: accelerazione
postmoderna.
4. Elogio della tartaruga. Cairologia consumistica e nuove
emorragie di tempo.
5. Eternizzazione del presente, desertificazione dell’avvenire.
Bibliografia.
Pare quasi che in questi tempi lo Spirito, che
sino allora aveva proceduto a passo di lumaca nel
suo svolgimento, aveva anzi retroceduto e s’era
allontanato da sé, calzi gli stivali delle sette
leghe. (G.W.F. Hegel, Lezioni sulla storia della filosofia)
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