Secondo Habermas, l’agire strumentale
e l’agire comunicativo definiscono due sfere diverse ma tra loro complementari
della società in cui ci troviamo a vivere: la società come “sistema” e la società come “mondo
della vita” (Lebenswelt). Il sistema, come suggerisce il suo
nome, è qualcosa di rigidamente disciplinato dall’agire tecnico, strumentale e
strategico: esso trova i suoi elementi caratterizzanti nel denaro (sfera
economica) e nel potere (sfera politica, burocratica, statale). Contrapposto al
“sistema” è quello che Habermas definisce “mondo della vita”, concetto che egli
mutua da Edmund Husserl: il “mondo della vita” è caratterizzato dall’agire
comunicativo, da valori condivisi, da spontaneità, da tradizioni; esso fa, per così
dire, da sfondo e da orizzonte dell’agre comunicativo, rendendolo possibile.
Per usare le parole di Habermas, il mondo della vita è “il luogo trascendentale
nel quale parlante ed ascoltatore si incontrano, nel quale possono avanzare
reciprocamente la pretesa che le loro espressioni si armonizzino con il mondo
(quello oggettivo, sociale e soggettivo) e nel quale essi possono criticare e
confermare queste pretese di validità, esternare il proprio dissenso e
raggiungere l’intesa” (Teoria dell’agire comunicativo, vol. II, p. 714).
Allo stesso tempo, il mondo della vita è il grande contenitore in cui si
conservano e si trasmettono i risultati delle interpretazioni delle generazioni
precedenti. Non bisogna però pensare al mondo della vita come a un qualcosa di
vitale e, per ciò stesso, privo di razionalità: al contrario, il mondo della
via è pervaso dalla razionalità, ma non da quella strategica, bensì da quella
comunicativa. Tra il “sistema” e il “mondo della vita” vige un rapporto conflittuale che Habermas descrive in
maniera simile a quella con cui Marx descriveva la lotta tra “forze produttive”
e “rapporti di produzione”. Habermas è convinto che il “sistema”, in
particolare lo Stato coi suoi apparati di potere e il suo ordinamento
economico, si sia reso autonomo rispetto al mondo della vita, entrando poi in
conflitto con esso: cercando di intromettersi nel mondo della vita, il sistema
ne minaccia l’esistenza. Infatti, il potere e il denaro (che caratterizzano il
sistema) sono per loro natura non solo un qualcosa che non comunica, ma anche
un qualcosa che tende ad azzerare la comunicazione, creando sudditanza e
passività. Alla luce di questa considerazione, occorre combattere strenuamente
per difendere il mondo della vita dai reiterati tentativi di colonizzazione
violentemente esercitati dal sistema. Ben si capisce, in questa
prospettiva, perché Habermas abbia duramente polemizzato contro Niklas Luhmann,
il teorico dei “sistemi”, rinfacciandogli di non aver tenuto conto, nella sua
elaborazione che riduce tutto a sistemi, del “mondo della vita” e dei movimenti
che si oppongono al sistema.