Peter Singer


A cura di Enrica Tullio



"Se un essere soffre non esiste alcuna giustificazione morale per rifiutare di prendere in considerazione tale sofferenza”









Vita e Opere


Peter Singer è uno dei pensatori contemporanei più importanti nel campo dell’etica, definito “ il più influente filosofo vivente” con le sue tesi, sempre polemiche e al centro di dibattiti, ha incrinato le certezze morali dell’uomo occidentale e messo pericolosamente in crisi la “ vecchia etica”.

Personaggio scomodo ma altrettanto affascinante e carismatico, conosciuto al pubblico soprattutto come il “ profeta della liberazione animale” nonostante le sue riflessioni non si fermino ai diritti degli animali ma abbraccino ampie problematiche nel campo dell’etica e in particolare dell’etica applicata, che vanno dal rispetto per l’ambiente, all’aborto, dall’eutanasia, all’etica politica, dalla cattiva distribuzione della ricchezza, alla responsabilità dei paesi ricchi verso il Terzo Mondo.... un articolato sistema di pensiero sicuramente tra i più innovativi e coraggiosi del nostro tempo.


Peter Singer nacque a Melbourne nel 1946, insegnò alle Università di Oxford, New York, Colorado ( Boulder ), California ( Irvine ) e alla Trobe University.

Nel 1999 viene nominato docente di filosofia morale all’Università di Princeton, nomina che sollevò un accanito dibattito. Fu il fondatore dell’ International Association of Bioethics, attualmente dirige il Centre of Human Bioethics presso la Monash University di Melbourne

Tra le sue opere più importanti: In difesa degli animali ( 1987) con Tom Regan, Diritti animali, obblighi umani ( 1987), Etica pratica ( 1989), Liberazione animale( 1991) che diverrà il testo di riferimento del movimento animalista internazionale, Ripensare la vita. La vecchia morale non serve più ( 1996), Una sinistra darwiniana, Politica, evoluzione e cooperazione ( 2000), La vita come si dovrebbe ( 2001) scritto in cui Singer seleziona e raccoglie i suoi saggi ed articoli più importanti, One world. L’etica della globalizzazione( 2003), Scritti su una vita etica. Le idee che hanno messo in discussione la nostra morale ( 2004).





Pensiero


Tutte le tesi esposte da Singer nei suoi testi e in vari articoli, dall’etica delle relazioni uomo- animale, all’obbligo dei paesi ricchi nei confronti di quelli poveri, dalle riflessioni sull’eutanasia alla critica all’etica della sacralità della vita, possono essere ricondotte a quattro semplici assiomi, loro punto di partenza e nocciolo comune :

  1. Il dolore è negativo, dove per dolore si intende qualsiasi genere di sofferenza sia fisica che psicologica, a prescindere da chi lo provi;


  1. Gli esseri umani non sono gli unici capaci di provare sofferenza o dolore, queste condizioni appartengono anche alla maggior parte degli animali non umani, molti dei quali sono in grado di provare anche forme di sofferenza che vanno al di là di quella fisica ( l’angoscia di una mamma separata dai suoi piccoli , la noia dell’esser chiusi in una stretta gabbia senza far nulla);


  1. Nel soppesare la gravità dell’atto di togliere una vita, bisogna prescindere da: razza, sesso, specie, ma analizzare altre caratteristiche dell’essere che verrebbe ucciso: suo desiderio di continuare o meno a vivere, qualità della vita che sarebbe in grado di condurre;


  1. Tutti noi non siamo responsabili solo di quello che facciamo, ma anche di quello che avremo potuto impedire o che abbiamo deciso di non fare.


Per alcune persone queste tesi, ad una prima lettura e prese in sé , non hanno nulla di sconvolgente, anzi sembrano quasi scontate, dettate dal senso comune, ma se si prendessero attentamente in considerazione le conclusioni a cui potrebbero portarci, troverebbe espressione la loro potenzialità rivoluzionaria, e a quel punto “ la vecchia etica”, la tradizionale morale ebraico-cristiana, potrebbe iniziare a vacillare.



Animal Liberation


L’esclusione degli animali dalla sfera morale non è giustificabile razionalmente, è frutto di puro e semplice pregiudizio specista



Pochissimi filosofi viventi hanno visto le loro idee avere importanti ricadute pratiche, Peter Singer è uno di questi, il suo Animal liberation ha svolto un ruolo fondamentale nel dare inizio ed alimentare il contemporaneo movimento per i diritti degli animali.

Animal liberation esce nel 1975, è la prima opera dove si dà un corpo organico ed una veste filosofica alla critica sull’attuale sfruttamento degli animali da parte degli esseri umani, in particolare analizzando i temi degli allevamenti intensivi e della vivisezione.

La teoria filosofica di riferimento di Singer è l’utilitarismo della preferenza, secondo il quale la valutazione sulla liceità etica di un’azione deve tener conto delle conseguenze che questa provoca sull’intero sistema coinvolto, non sommando le singole conseguenze, ma valutando le preferenze di tutti gli individui coinvolti.

A questo punto possiamo chiederci: per un utilitarista le preferenze degli animali sono da tenere in considerazione o meno rispetto a quelle degli esseri umani? La risposta di Singer, come quella del fondatore dell'utilitarismo classico Bentham, è affermativa, la valutazione sulla liceità etica delle azioni umane nei confronti degli animali si elabora non confrontando le loro intelligenze ma le loro capacità di soffrire.

E’ proprio la capacità di soffrire che fa nascere in Singer la convinzione che ogni essere senziente, umano e non, abbia diritto ad un’equa considerazione morale, il non riconoscere ciò viene condannato come una forma di razzismo che il nostro filosofo definisce “specismo”.

Lo specismo, che viene posto da Singer sullo stesso piano del razzismo e del sessismo, è “ un pregiudizio o atteggiamento di prevenzione a favore degli interessi dei membri della propria specie e a sfavore di quelli dei membri di altre specie”.

Il nostro interesse, la nostra preoccupazione per gli altri, deve prescindere dalle loro specifiche capacità, ma, in base al principio di uguaglianza, che un utilitarista come Henry Sidgwick espresse in questi termini: ”il bene di ciascun individuo non è di maggiore importanza, da un punto di vista dell’universo, del bene di ogni altro individuo”, tutti gli esseri, maschi o femmine, bianchi o neri, umani o non umani, hanno il diritto di essere trattati nel rispetto dei loro interessi.

Verrà il giorno in cui il resto degli esseri animali potrà acquisire quei diritti che non gli sono mai stati negati se non dalla mano della tirannia”, e quando questo giorno, profeticamente annunciato da Singer, arriverà, le attuali generazioni inorridiranno dinanzi allo specismo e lo condanneranno come noi oggi facciamo con le discriminazioni razziali e sessuali.

Tante sono le conseguenze a cui le riflessioni di Singer conducono: condanna della vivisezione, dello sfruttamento intensivo degli animali negli allevamenti, accuratamente documentato con realistica crudezza nelle pagine di Animal Liberation, possibili cambiamenti nei menù sulle nostre tavole, le parole di Singer hanno convertito migliaia di persone al vegetarianesimo, una scelta alimentare che vuole essere una denuncia della ingiusta inosservanza dei diritti e degli interessi degli animali non umani solo perché “ ci piace il gusto delle loro carni”.

Noi siamo abituati a pensare che uccidere un uomo, cioè un essere della nostra stessa specie sia più grave che uccidere un essere appartenente ad una specie diversa dalla nostra, ma Singer ci porta a riflettere su questa consideraazione che ci sembra così scontata, chiedendosi: perché deve essere così? La mera differenza specifica non basta a giustificare questa discriminazione! potremmo sostenere che è più grave uccidere un uomo perché ha una caratteristica che tutti gli altri esseri non possiedono, ovvero un' anima senziente, ma Singer afferma di non avere nessuna prova scientifica dell'esistenza di quest'anima e forse solo quando gli scienziati gliela forniranno sarà disposto a rivedere la sua posizione a proposito. Sono questi i motivi per cui Singer mette esplicitamente sotto accusa la tradizione occidentale, questa è responsabile di aver posto gli uomini su di un piedistallo, solo gli uomini sono stati creati ad immagine e somiglianza di Dio e solo questi hanno un'anima. Per millenni questa visione antropocentrica tipica dell'Occidente, completamente assente in altre tradizioni, il Buddhismo ne è un esempio, ha legittimato lo sfruttamento degli esseri non umani da parte dell' uomo, ma nel 1871 Charles Darwin pubblica l'Origine della specie, è un duro colpo per il ruolo che secondo la nostra tradizione occidentale rivestiva l'uomo nell'universo, se a ciò si aggiunge la nascita del movimento animalista negli anni '70 e le nuove conoscenze genetiche che portano a ripensare la classificazione degli uomini e dei nostri antecedenti più prossimi, allora ben presto la tradizionale distinzione tra uomo e animali non umani potrebbe veramente vedere la fine, e allora la liberazione animale potrebbe diventare anche “ liberazione umana ” .


L'etica della sacralità della vita una “malata terminale”


Le idee di Singer sull'eutanasia e sull'aborto hanno infiammato i dibattiti bioetici, tante le accuse, le proteste, fino alle manifestazioni di chi non voleva il filosofo animalista che legittimava l'infanticidio come docente di filosofia morale a Princeton. Singer affronta questi temi così delicati con quella chiarezza espositiva che appartiene al suo stile, ma con gli stessi accenti polemici e provocatori che rendono pungente la sua semplice scrittura, e le soluzioni che Singer prospetta per problemi quali l'aborto, l'eutanasia, non ottengono forti rifiuti solo tra i sostenitori di posizioni conservatrici, ma sono difficilmente digeribili anche da chi proviene da ambienti più liberali, perché vanno a scardinare completamente le fondamenta stesse delle nostre convinzioni morali.

Le tesi “ scandalo” di Singer sostengono che uccidere non è sempre sbagliato e che non tutte le vite hanno lo stesso valore, questo perchè egli rifiuta di attibuire un valore assoluto alla vita, il che non significa che la vita non abbia un valore elevato o che non sia grave uccidere, ma significa che nel caso fossimo costretti ad uccidere qualcuno non dovremmo guardare alla razza, al sesso o alla specie ma solo alla volontà e al desiderio o meno di continuare a vivere del soggetto in questione e della qualità della vita che questi condurrebbe.

Su queste basi Singer sostiene l'eutanasia: sostituendo all'etica della “ sacralità della vita” un'etica della “ qualità della vita” secondo la quale non è la vita in sé ad essere sacra, ma è il mio progetto di vita ad essere assolutamente intoccabile, le mie scelte come essere senziente, autocosciente e capace di pianificare il proprio futuro, e tra queste scelte potrebbe esserci quella di non continuare a vivere in condizioni di particolare sofferenza che non rispecchiano il modo in cui avevo scelto di condurrre la mia vita. Si schiera poi a favore dell'aborto, come mezzo per evitare la sofferenza inutile, quando si può evitare, proprio all'inizio, al momento della nascita del bambino, quando questi non è un essere senziente, non ha autocoscienza, né desiderio di continuare a vivere quindi la sua vita non ha più valore di quella di un qualsiasi essere non umano senziente ed autocosciente, “ provocare la morte di un bambino disabile non equivale moralmente a provocare la morte di una persona. A volte non è per niente sbagliato.” questo è un passo che viene citato spesso per mettere sotto accusa Singer, ma spesso le sue idee sono state travisate o mal comprese, quando Singer parla di “persona” si riferisce ad “ un essere capace di pensare il futuro, di avere bisogni e desideri ” i bambini appena nati non hanno niente di tutto ciò, di conseguenza uccidere un bambino, malato o meno, è meno grave che uccidere un essere con il senso del tempo e dell'esistenza, cioè un essere che vuole continuare a vivere, naturalmente Singer non ha mai negato il fatto che rimanga una cosa terribile da fare, ma in alcuni casi l'aborto, soprattutto se si tratta di bambini disabili, permetterebbe la nascita di bambini con una maggiore opportunità di felicità.


Carità e dovere morale:



Secondo Singer siamo tutti responabili non solo di quello che facciamo, ma anche di ciò che abbiamo deciso di non fare, questo è il punto di partenza per ripensare la tradizionale demarcazione tra carità e dovere morale. Se esistono persone che vivono in condizioni tali da non poter soddisfare i propri bisogni primari,da rischiare la propria sopravvivenza, noi abitanti dei paesi ricchi siamo direttamente responsabili di questa situazione.

La tesi di partenza di Singer è la seguente” soffrire e morire di fame, freddo e malattia è un male” di conseguenza “ se è in nostro potere impedire un male, senza con ciò sacrificare nulla che abbia un'analoga importanza morale, siamo difronte all'obbligo morale di agire”, quindi la tradizionale linea di demarcazione tra carità e dovere viene meno. Se io decidessi di inviare del denaro ad una associazione umanitaria questo dalla nostra società verrebbe definito un atto caritatevole ed io una persona particolarmente generosa, ma è proprio questa idea che dobbiamo abbandonare secondo Singer, in realtà abbiamo l'obbligo di donare quel denaro ed è un male non farlo. Tanti sono gli interrogativi che questa posizione espressa da Singer può sollevare, ma uno dei più urgenti è sicuramente il seguente: Qual è il limite del nostro doveroso impegno nei confronti dei paesi poveri? Cioè a quanto ammonta il nostro obbligo morale di offrire aiuto? Singer scrive “ dovremmo donare tanto da far si che la società dei consumi, dipendente com'è dal fatto che le persone spendono soldi in banalità invece che ad aiutare le vittime delle carestie, si indebolisca e forse perisca del tutto”. Forse ciò potrebbe apparire una rinuncia troppo difficile, ammette Singer, forse la sua potrebbe sembrare “un'etica per santi”, ma “è giusto” scrive “ la prossima volta che ceneremo fuori, sapere di poter fare qualcosa di meglio con i nostri soldi” “ conoscere la strada è il primo passo per avviarsi verso la direzione giusta.”



Una nuova morale:


La vecchia morale quindi è da buttar via, va ripensata, va riscritta e Singer lo ha fatto ha “ rimpiazzato la vecchia etica” con cinque nuovi comandamenti:



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