TEOFRASTO
1 l'essere bugiardi, 2 l'adulazione, 3 il parlare a vanvera, 4 la rustichezza, 5 il cercare a tutti i costi di essere graditi, 6 la spudoratezza, 7 la loquacità, 8 il contare balle, 9 l'essere arraffoni, 10 la tirchieria, 11 la maleducazione, 12 l'essere inopportuni, 13 l'essere impiccioni, 14 la sventatezza, 15 la zoticheria, 16 la superstizione, 17 l'incontentabilità, 18 la diffidenza, 19 la schifezza, 20 la mancanza di tatto, 21 la vanità, 22 la taccagneria, 23 la millanteria, 24 la superbia, 25 la viltà, 26 l'essere reazionari, 27 il voler essere giovani, 28 la maldicenza, 29 la furfanteria, 30 l'avarizia.
Ciascuna di queste particolari disposizioni umane si incarna in un tipo ben definito (l'adulatore, lo sfacciato, il tirchio e via discorrendo), cioè un individuo con costanti caratteristiche di comportamento. La rappresentazione di ciascun carattere segue uno schema sostanzialmente uniforme: ad una chiara e precisa definizione del tipo preso in esame, segue la sua descrizione ricavata 'dal vivo' tramite una vasta esemplificazione di situazioni concrete nelle quali quel carattere ha modo di rivelarsi. Lo stile col quale Teofrasto tratteggia le tante scenette di vita quotidiana è essenziale, privo di artifici o ridondanze, tipico del distacco dello scienziato che effettua un'analisi. E da scienziato Teofrasto evita di esprimere giudizi di ordine etico sui caratteri presi in esame, facendo trasparire soltanto un'aria di sottile divertimento quando l'esemplificazione tocca momenti umoristici, come nella descrizione del rustico, che quando si trova a camminare per una strada non resta stupito da niente o da nessuno, e invece si ferma ad ammirare ogni volta che passa un bue, un asino o un caprone. L'operetta riscosse grande successo fin dall'antichità e ciò ha senz'ombra di dubbio contribuito alla sua conservazione; di essa però restano ignoti sia lo scopo sia il destinatario, nonostante i numerosi studi critici. Fra gli studi di Teofrasto sulla retorica ebbero un posto particolare, per l'influenza che esercitarono sui successivi sviluppi della disciplina, il trattato Sullo stile e la Retorica , entrambi andati perduti. In essi trova spazio la dottrina dei tre stili (sublime, umile e medio, dai latini identificati rispettivamente con quello asiano, attico e rodio) e delle 4 virtutes dicendi (così definite nel complesso da Cicerone, nell' Orator ), consistenti nell' ellhnismoV (la purezza dell'eloquio greco), nella safhneia (la chiarezza espressiva), nel prepon (il decoro espressivo) e nella kataskeuh (l'elaborazione). Per quel che riguarda la botanica , Teofrasto è considerato il più grande botanico dell'antichità: in Historia Plantarum (Ricerche sulle piante) classifica le piante in alberi, frutici, suffrutici, erbe, classificando poi ulteriormente all´interno di questi grandi raggruppamenti per genere e specie; il libro IX di quest´opera va considerato come l´antenato delle materie mediche nell´antichità classica, con il suo lungo elenco di droghe e medicinali ed annesso valore terapeutico. Nel De plantarum causis (Cause delle piante) si ammettono la generazione spontanea e la vegetazione per cause esterne, e si parla della coltura di piante utili all´economia agraria. Del De ventis spesso si è pensato che si limitasse ad esporre le teorie di Aristotele, mentre un suo esame più approfondito suggerisce che a Teofrasto si debba una quantità di contributi nuovi e significativi: l´operetta, con la sua opzione di favore del metodo induttivo e con il suo notevolissimo empirismo, prende significative distanze dai Meteorologica aristotelici. Importante è anche il trattatello Sulla musica ( Peri musikhV ), conservatoci dal commentario di Porfirio alle Armonie di Tolomeo, nel quale si argomenta che le note musicali possono essere rappresentate da numeri, senza però ipotizzare nessuna relazione oggettiva fra la lunghezza d´onda delle note e la quantità del numero. Ma Teofrasto si occupò anche di logica , tanto cara ad Aristotele, e studiò la nozione di possibile e costruì una teoria dei sillogismi ipotetici, dove le premesse hanno la forma del tipo "se A è B". Un esempio di sillogismo totalmente ipotetico è il seguente: se c'è uomo, c'è animale; se c'è animale, c'è sostanza; se dunque c'è uomo, c'è sostanza. Uno scritto di Teofrasto che ebbe grande influenza sullo sviluppo della tecnica delle discussioni filosofiche nell'antichità fu quello intitolato le Opinioni dei fisici ( in latino Physicorum placita ) , di cui ci sono giunti pochi frammenti. In quest'opera Teofrasto esponeva le opinioni (in greco doxai ) dei filosofi chiamati dai moderni "presocratici" e già da Aristotele "fisici", ovvero filosofi della natura. Da tale opera prese origine la cosiddetta letteratura dossografica antica: trattasi di repertori di opinioni raggruppate sotto temi, le quali esponevano in forma succinta le soluzioni più significative date da filosofi diversi ad un determinato problema (ad esempio, come si è formato il mondo? Esiste la divinità?).