Constatando la contingenza delle cose Agostino
inferisce l’esistenza di Dio come causa efficiente dell’essere di tutte le
cose.
Ecco il cielo e la terra esistono, e gridano che sono stati fatti, perché sono soggetti a mutamenti e variazioni. Invece tutto ciò che esiste ma non è stato fatto non ha costituenti che prima non c’erano: il che appunto vuol dire essere soggetti a mutamenti e variazioni. E gridano anche di non essersi fatti da soli: “Se esistiamo è perché siamo stati fatti: dunque prima di esserlo non c’eravamo, in modo da poterci fare da soli”. È l’evidenza stessa che parla per loro. Tu dunque li hai creati, che sei bello, perché sono cose belle; tu che sei buono, perché sono cose buone; tu che esisti, perché esistono. Ma non sono cose belle, né buone né esistenti come lo sei tu, loro autore, al cui confronto non sono belle, né buone e neppure esistono. Questo sappiamo grazie a te, e il nostro sapere paragonato al tuo è ignoranza.
(Agostino, Confessioni, XI, 4, trad. di Roberta De Monticelli).