Agostino
elabora una concezione del tempo nuova e originale: egli parte dal rifiuto
della teoria tradizionale – che considerava il tempo come misura del movimento
– ritenendola inadeguata anche se sostenuta dall’autorità di Aristotele.
Confessiones, XI, 31
1 Se alcuno mi dicesse che il tempo è
movimento di un corpo, mi ingiungi tu di acconsentire? No, tu non me lo
ingiungi.
2 Infatti, io ben sento dire che non v’è
corpo che si muova se non nel tempo: e questo tu lo dici. Ma che, invece, il
tempo sia proprio il movimento di un corpo, questo non lo sento dire: tu certo
non lo dici.
3 Quando, infatti, un corpo si muove, io ne
traggo misura secondo il tempo, cioè per quanto tempo si muova, da quando
incomincia a muoversi sino a quando si arresta.
4 E se io non ho visto da quando il corpo ha
cominciato a muoversi e continua a muoversi, tanto che io non riesco a vedere
quando si arresta, certo non riesco a misurare la durata, se non magari dal
momento in cui inizio a vedere il movimento sino a quello in cui smetto.
5 Se poi lo vedo muoversi per molto tempo,
posso solo affermare che si tratta di un tempo lungo, non certo, però, quanto
sia lungo, ché quando noi diciamo anche quanto sia lungo, lo diciamo attraverso
un confronto, come ad esempio: “Tanto è questo, quanto quello”, oppure: “È il
doppio rispetto a quello”, e se qualcosa d’altro si dice in codesto modo.
6 Se, invece, noi potremo definire i punti
dello spazio, da cui e verso cui si dirige un corpo che si muove – oppure le
parti sue, se si muove come avviene nel tornio –, allora noi possiamo dire
quanto vi sia di tempo dal momento in cui il movimento del corpo o di una parte
di esso si sia effettuato da quel punto sino a quell’altro punto.
7 Una volta precisato che altra cosa è il
movimento di un corpo, altra cosa il modo di misurare quanto tempo esso
movimento duri, chi è che non comprenda a quali di questi due concetti si
convenga il nome di tempo?
8 Infatti, se un corpo alternativamente, a
volte si muove, a volte se ne sta fermo, noi secondo il tempo misuriamo non
solo il movimento di esso corpo, ma anche l’indugio, e diciamo: “È stato fermo
per altrettanto tempo per quanto è stato in movimento”, oppure: “È stato fermo
giusto il doppio o il triplo rispetto a quello in cui è stato in movimento”, e
magari, usando altri termini, che siamo riusciti a misurare con precisione o,
come si dice, a stimare per approssimazione.
9 Il tempo non è, dunque, il movimento di un
corpo.
(Agostino, Le confessioni, Zanichelli, Bologna, 1968, pagg.
783-785)