Agostino, La memoria

Grande è l’attenzione di Agostino verso l’uomo come entità spirituale. In questa pagina la memoria è presentata come strumento essenziale per la conoscenza della Verità.

 

Confessiones, X, 15-16

 

1      Grande è questa potenza della memoria, molto grande essa è, Dio mio, anzi un santuario ampio e infinito. Chi è mai riuscito a giungere sino al fondo di essa? Essa è una facoltà dell’anima mia ed è legata alla mia natura, né del resto io stesso riesco a comprendere interamente ciò che sono. L’anima nostra è, quindi, troppo angusta per contenere tutta se stessa; ma allora dove va a finire quella parte di sé che non riesce a contenere? Forse che questa parte è fuori di essa e non dentro di essa? Ma come, dunque, non contiene una parte? Su questa considerazione mi sopravviene una grande meraviglia, e un grande stupore mi coglie.

2      Eccoli gli uomini che vanno ad ammirare le sommità dei monti e gli enormi flutti del mare, e le correnti larghissime dei fiumi, e il circuito dell’Oceano, e le rivoluzioni degli astri, ma trascurano se stessi, e non riflettono con meraviglia che, mentre io parlavo di tutte queste cose, non le vedevo sotto i miei occhi, eppure non le potrei descrivere, se i monti e i flutti e i fiumi e le stelle, che io ho visto, e l’Oceano, che conosco per sentito dire, se tutte queste cose non le vedessi dentro nella mia memoria, in spazi cosí grandiosi come se le vedessi al naturale, al di fuori di me. Né certamente queste cose, nel vederle, io le ho assorbite dentro di me, quando le vidi con i miei occhi, né esse sono dentro di me, ma soltanto le immagini di esse, e intendo di esse attraverso qual senso del corpo me ne è rimasto impresso qualche cosa.

3      Ma non soltanto le immagini di oggetti reali porta dentro di sé questa immensa capacità della mia memoria.

4      Colà si trovano anche tutte le nozioni che riguardano le dottrine liberali, quelle che ancora non si sono obliterate, come messe lí da parte, in luogo ancora piú interno, che non è un luogo; né io manipolo immagini di esse, ma reali conoscenze.

5      Infatti che cosa voglia dire letteratura, che cosa arte del disputare, quanti i generi delle questioni, quanto di tutte queste cose io so è nella mia memoria, non certo nel senso che io ne abbia dentro l’immagine, lasciando fuori la cosa nella sua sostanza; o non che si esprima in un suono e poi passi oltre, come si può dire di una voce, che, attraverso le orecchie, fissa di sé solo una traccia, grazie alla quale si può ridestare in noi, come se ancora risuonasse, anche se piú non risuona. O come di un odore, che mentre passa e si dissipa, allo spirar del vento, sensibilizza l’olfatto, e questo ne fa trapassare un’immagine nella memoria, che noi rinnoviamo con la reminiscenza; o come di un cibo, che certamente non ha piú sapore, giunto che sia nel ventre, e tuttavia, nella memoria, riacquista quasi un certo sapore; o come di un qualche oggetto di cui si ha sentore, quando si tocca con il corpo, e ancora attraverso la memoria si rinnova nell’immagine anche quando da noi è staccato.

6      Non certo queste sostanze reali vengono immesse sin dentro alla memoria, ma solo immagini di esse sono colte con mirabile immediatezza e riposte come in celle non meno mirabili, e in modo altrettanto mirabile ne vengono tratte fuori nel ricordo.

 

(Agostino, Le confessioni, Zanichelli, Bologna, 1968, pagg. 609-613)