Una domanda
ovvia per l’ex manicheo Agostino: se Dio ha creato tutte le cose, da dove viene
il male?
Confessiones, VII, 6 e 7
1 [...]
Qui, cioè nella considerazione che l’incorruttibile sia da preferire al
corruttibile, dovevo ricercare te e da qui accertarmi dove sia il male, cioè
donde trae origine la corruzione stessa, che in nessun modo può violare la tua
sostanza.
[...]
2 Cosí
consideravo la creazione tua finita piena di te, che sei infinito, e dicevo:
“Ecco Dio, ed ecco le cose che Dio ha creato; un Dio buono, e a queste cose
saldamente e di gran lunga superiore; però Egli, buono com’è, le ha create
soltanto buone: ed ecco come Egli le circonda e le riempie di sé.
3 Ma
allora il male dov’è, e donde e per qual via qui è riuscito a insinuarsi? Qual
è la sua radice, quale il suo seme? O forse esso non è affatto? Perché mai,
dunque, noi temiamo e cerchiamo di evitare ciò che non è? D’altra parte, se noi
lo temiamo senza motivo, senza dubbio questo stesso nostro timore è un male, in
quanto in esso non vi è di che si debba temere, eppur noi ne abbiamo timore.
4 Per
conseguenza: o c’è un male che noi dobbiamo temere, o il male consiste nel
fatto stesso che noi temiamo.
5 Ma
donde, dunque, proviene questo male, poiché Dio tutte le cose ha fatto buone,
buono com’è?
6 Dio,
Bene maggiore, e anzi sommo, ha creato sí dei beni minori, ma tuttavia, e il
Creatore e le cose create nella totalità sono buoni. Donde proviene il male? O
forse la materia di cui è costituita la creazione, era una materia non buona, e
Dio le diede forma e ordine, ma vi lasciò una qualche parte che non convertí in
bene? Ma perché questo? O forse Egli era impotente a mutarla e trasformarla
tutta, in modo che non sussistesse nulla di male, Egli che è onnipotente? Infine,
perché di questa materia Egli ha voluto creare qualcosa di particolare e non ha
voluto, piuttosto, nella sua stessa onnipotenza, annientarla del tutto?
7 Oppure
quella parte avrebbe potuto aver origine contro la volontà di lui?
8 O
se la materia era eterna, perché Egli tanto a lungo, attraverso gli infiniti
spazi di tempo trascorsi, ha lasciato che essa materia rimanesse cosí, e tanto
piú tardi gli piacque di trarne qualcosa? D’altra parte, se Egli volle fare
d’improvviso qualche cosa, Egli che è onnipotente, avrebbe dovuto fare questo
piuttosto, che la materia non vi fosse affatto ed Egli solo rimanesse ad
essere, cioè un Bene interamente vero e sommo ed infinito.
9 O
se non era bene che non si proponesse di iniziare a fare qualcosa di buono,
Egli che è buono, allora, tolta di mezzo e ridotta al nulla quella parte di
materia che era cattiva, non avrebbe dovuto Egli iniziare a creare solo la
parte buona, donde poi avrebbe creato il tutto?
10 Non
sarebbe certo Egli stato onnipotente, se non avesse potuto creare qualcosa di
buono, senza trarre partito da quella materia che Egli stesso non aveva creato.
(Agostino, Le confessioni, Zanichelli, Bologna, 1968, pagg. 375 e
379-381)