Secondo
Agrippa cinque sono i “modi” che portano alla sospensione del giudizio. Il
filosofo scettico si propone di combattere i “dogmatici” sul piano della
logica: egli vuole dimostrare che qualsiasi criterio si basa su princípi primi,
che però non si danno mai come unici e indiscutibili. Perciò la certezza è
impossibile. Di qui la necessità della sospensione del giudizio.
Sesto
Empirico, Schizzi pirroniani, I, 164-169
1 Scettici
piú recenti tramandano questi cinque modi di sospensione:
2 (1)
della discordanza [...] per cui su un argomento proposto troviamo
esistere un dissidio indirimibile fra [i modi di] vita e fra i filosofi: per il
che, non potendo scegliere né rifiutare, concludiamo con la sospensione;
3 (2)
il modo che viene dal cader nell’infinito, in cui l’argomento, addotto a
prova del fatto proposto, diciamo abbisognare di un’altra prova, e quella di
un’altra e via all’infinito; sicché non avendo onde cominciar la dimostrazione,
ne consegue la sospensione;
4 (3)
quello proveniente dalla relazione [...], in cui l’oggetto appare cosí e
cosí in rapporto al giudicante e alle cose percepite insieme; quale invece sia
di sua natura ci asteniamo dal giudicare;
5 (4)
dall’ipotesi, quando i dogmatici, respinti nell’infinito, cominciano da
alcunché senza fondarlo, ma credono di assumerlo semplicemente e senza
dimostrazione, per concessione;
6 (5)
il diallele [petizione di principio o circolo] si ha
quando ciò che deve esser conferma della cosa cercata abbisogna di prova tratta
dalla cosa cercata; dove, non potendo assumer nessuno dei due a fondamento
dell’altro, sospendiamo su entrambi il giudizio.
7 Tali
modi [...] espongono non per escludere i dieci modi, ma per confutare con piú
varietà, con questi e con quelli, la temerità dei dogmatici.
(R.
Mondolfo, Il pensiero antico, La Nuova Italia, Firenze, 19613,
pag. 431)