Simplicio di Cilicia, studioso del VI
secolo d.C., sintetizza gli elementi essenziali del pensiero di Anassimandro,
rifacendosi alla testimonianza di Teofrasto, scolarca del Liceo, successore di
Aristotele. Si noti che se il problema rimane sempre quello della ricerca dell’arché, la soluzione prospettata da
Anassimandro mette in evidenza le “capacità di astrazione” della ragione, che
emergeranno in modo ancora piú netto nei filosofi successivi, con importanti
conseguenze.
Fr. 12 A 9 DK (Simplicio, Fisica,
24, 13)
Tra quanti affermano che [il
principio] è uno, in movimento e infinito, Anassimandro, figlio di Prassiade,
milesio, successore e discepolo di Talete, ha detto che principio ed elemento
degli esseri è l’infinito, avendo introdotto per primo questo nome di
principio. E dice che il principio non è né l’acqua né un altro dei cosiddetti
elementi, ma un’altra natura infinita, dalla quale tutti i cieli provengono e i
mondi che in essi esistono. [...]
(I Presocratici, Laterza,
Bari, 19904, pag. 98)