Aristotele, Il discorso dichiarativo (organon)

Aristotele presenta l’importante distinzione fra il discorso dichiarativo, che sempre afferma o nega qualcosa, e altri tipi di discorso che non presentano enunciazioni vere o false.

 

De Interpretatione, 17a 1-32

 

1      Ogni discorso è poi significativo, non già alla maniera di uno strumento naturale, bensí, secondo quanto si è detto, per convenzione. Dichiarativi sono, però, non già tutti i discorsi, ma quelli in cui sussiste un’enunciazione vera oppure falsa. Tale enunciazione non sussiste certo in tutti: la preghiera, ad esempio, è un discorso, ma non risulta né vera né falsa. Prescindiamo dunque dagli altri discorsi, dal momento che l’indagine al riguardo è piú pertinente alla retorica o alla poetica. Il discorso dichiarativo spetta invece alla presente considerazione.

2      Il primo discorso dichiarativo, che sia unitario, è l’affermazione; in seguito viene la negazione. ogni altro discorso è invece unitario per un collegamento. È del resto necessario, che ogni discorso dichiarativo derivi da un verbo o da una flessione del verbo; in realtà, anche il discorso definitorio dell’uomo, quando non sia stato aggiunto: è, o era, o sarà, o qualcosa di simile, non risulta ancora un discorso dichiarativo. Per tale ragione inoltre l’espressione: animale terrestre bipede, costituisce un’unità, e non invece una molteplicità. Essa risulterà una, in realtà, non certo per il fatto che i suoi termini siano stati enunciati in una successione immediata. Il dire ciò spetta tuttavia ad una diversa trattazione. Il discorso dichiarativo è comunque uno solo, se rivela un’unità oppure se risulta unitario per un collegamento, mentre si hanno molti discorsi dichiarativi, quando questi rivelano, non già un’unità, bensí molti oggetti, oppure quanto essi mancano di un collegamento. Il nome, o il verbo, sarà dunque da considerarsi semplicemente come un termine detto, non potendosi sostenere che faccia una dichiarazione colui che rivela a questo modo qualcosa con la voce, sia poi che una persona lo interroghi, oppure che ciò non avvenga, ed egli stesso si esprima spontaneamente. I discorsi dichiarativi unitari, d’altro canto, si distinguono in dichiarazioni semplici, giudizi, se ad esempio qualcosa viene attribuito a qualcosa, o qualcosa viene separato da qualcosa, ed in dichiarazioni formate da piú dichiarazioni semplici, come nel caso di un discorso già composto. La dichiarazione semplice, orbene, è suono della voce, significativo per quanto riguarda l’eventuale appartenenza o non appartenenza di qualcosa, secondo le divisioni del tempo.

3      L’affermazione è il giudizio, che attribuisce qualcosa a qualcosa. La negazione è invece il giudizio, che separa qualcosa da qualcosa. D’altra parte, poiché si può dichiarare, sia che ciò che appartiene a qualcosa non vi appartiene, sia che ciò che non appartiene a qualcosa vi appartiene, sia che ciò che appartiene a qualcosa vi appartiene, sia che ciò che non appartiene a qualcosa non vi appartiene, e poiché lo stesso si può dire rispetto ai tempi all’infuori del presente, risulterà cosí possibile sia negare tutto ciò che qualcuno ha affermato, sia affermare tutto ciò che qualcuno ha negato. È dunque evidente, che ad ogni affermazione risulta contrapposta una negazione, e ad ogni negazione un’affermazione.

 

(Aristotele, Organon, Laterza, Bari, 1970, vol. II, pagg. 60-61)