Siamo di
fronte ad un altro esempio di come Aristotele tenda ad orientare la ricerca
scientifica verso gli schemi propri della metafisica. L’antiperístasis sarebbe il fenomeno della compressione
dell’aria intorno all’oggetto da parte dell’oggetto stesso in movimento.
Phys., 215a 5-15
Laddove v’è infinito,
infatti, non vi sarà alto né basso né centro, laddove vi è vuoto, per nulla
l’alto differirà dal basso, poiché, come non vi è alcuna differenza del nulla,
cosí anche non ve n’è alcuna del non-essere: ed il vuoto sembra essere un
non-essere ed una privazione; ma il trasporto naturale comporta delle
differenze; sicché anche le cose che si muovono per natura comporteranno delle
differenze. Quindi, o non vi è trasporto naturale per nessuna cosa in alcun
luogo, o, se vi è, non esiste vuoto. Inoltre i corpi lanciati si muovono,
quando chi li ha lanciati non li tocca piú, o per antiperístasis, come
taluni dicono, o perché l’aria spinta spinge con movimento piú celere di quello
del trasporto del corpo spinto, da cui è trasportato verso il luogo suo
proprio. Invece nel vuoto non è possibile che avvenga nulla di simile, e nulla
potrà essere trasportato, se non come ciò che è trasportato a mezzo di un
veicolo.
(Aristotele,
La Fisica, Loffredo, Napoli, 1967, pag. 98)