Aristotele, L’anima è in un certo modo tutti gli esseri

L’anima, come facoltà del conoscere, è in potenza tutti gli esseri conoscibili, sia i sensibili che gli intellegibili, nel senso che le facoltà dell’anima sono in grado di cogliere le forme degli oggetti. Ciò è possibile anche perché la forma, cioè l’intellegibile, si trova nel sensibile. Aristotele usa l’esempio dell’immagine, che è come la sensazione senza la materia.

 

De anima, 431b 20-432a 14

 

[431b] Ora, ricapitolando ciò che s’è detto sull’anima, diciamo di nuovo che l’anima è in certo modo tutti gli esseri. Infatti gli esseri o sono sensibili oppure intelligibili, e mentre la scienza è in certo modo gli oggetti della scienza, la sensazione è gli oggetti della sensazione; e come ciò si verifichi, si deve ricercare. La scienza e la sensazione si dividono in corrispondenza con gli oggetti: quella in potenza corrisponde agli oggetti in potenza, quella in atto agli oggetti in atto; la facoltà sensitiva e quella intellettiva dell’anima sono in potenza questi oggetti, la prima il sensibile e la seconda l’intelligibile. Tali facoltà devono essere identiche o alle cose stesse o alle loro forme. Ora non sono identiche alle cose stesse, poiché non è la pietra che si trova nell’anima, ma la sua forma. [432a] Di conseguenza l’anima è come la mano, giacché la mano è lo strumento degli strumenti, e l’intelletto è la forma delle forme e il senso la forma dei sensibili. Poiché non c’è nessuna cosa, come sembra, che esista separata dalle grandezze sensibili, gli intelligibili si trovano nelle forme sensibili, sia quelli di cui si parla per astrazione sia le proprietà ed affezioni degli oggetti sensibili. Per questo motivo, se non si percepisse nulla non si apprenderebbe né si comprenderebbe nulla, e quando si pensa, necessariamente al tempo stesso si pensa un’immagine. Infatti le immagini sono come le sensazioni, tranne che sono prive di materia. Ma l’immaginazione è diversa dall’affermazione e dalla negazione, poiché il vero o il falso consiste in una connessione di nozioni. Ma le prime nozioni in che cosa si distingueranno dalle immagini? Certo neppure le altre sono immagini, ma non si hanno senza immagini.

 

(Aristotele, L’Anima, Loffredo, Napoli, 1979, pagg. 188-189)