La distinzione aristotelica fra
ingiustizia e atto ingiusto pone al centro della riflessione l’importanza
decisiva della volontà nell’atto morale.
Eth. nic., 1135a 15-1135b 11
1 [1135a]
Essendo le cose giuste e ingiuste quelle che abbiamo detto, si agisce
ingiustamente e si compiono azioni giuste quando le si compie volontariamente;
quando invece le si compie involontariamente, né si agisce ingiustamente né si
compiono azioni giuste se non per accidente. Infatti si compiono azioni alle
quali accade di essere giuste o ingiuste.
2 L’azione
giusta e l’azione ingiusta sono definite dalla volontarietà e
dall’involontarietà. Quando infatti l’atto è volontario, è biasimato e assieme
è allora anche un atto ingiusto. Di conseguenza, se non si aggiunge la
volontarietà è qualcosa d’ingiusto, ma non ancora un atto ingiusto.
3 Chiamo
“volontario”, come anche prima è stato detto, ciò che, tra le cose che
dipendono da lui, uno compie in piena avvertenza, e cioè non ignorando né la
persona, né il mezzo, né il fine: ad esempio, chi percuote o con che cosa e a
quale fine; e ciascuna di queste circostanze non deve essere accidentale né per
costrizione (al modo che, se prendendo la mano di una persona uno ne colpisse un’altra,
la prima non agisce volontariamente; infatti non dipende da lei).
4 È
possibile che la persona colpita sia il padre, e che il colpitore sappia che è
un uomo oppure uno dei presenti, ma che ignori che è il padre. E similmente si
operino tali distinzioni anche sul fine e riguardo all’azione nella sua
interezza.
5 Quindi
ciò che si ignora, o che non si ignora ma non dipende dal soggetto, o che è per
costrizione, è involontario. [1135b] Molte infatti delle cose che sono per
natura noi le compiamo e subiamo avendone conoscenza, ma nessuna di esse non è
né volontaria né involontaria: ad esempio l’invecchiare o il morire.
6 Parimenti
si dà l’accidente nelle cose ingiuste e nelle cose giuste. E infatti uno
potrebbe restituire il deposito contro voglia e per paura, e costui non bisogna
dire né che fa cose giuste né che compie un’azione giusta se non per accidente.
E similmente bisogna dire che chi non restituisce il deposito perché è
costretto e contro voglia, agisce ingiustamente e compie l’ingiusto per accidente.
7 Tra
le azioni volontarie, alcune compiamo per scelta, altre non per scelta: per
scelta tutte quelle che compiamo avendo precedentemente preso una
deliberazione, non scelte invece sono tutte quelle non procedenti da una
deliberazione precedente.
(Aristotele, Etica
Nicomachea, Bur, Milano, 1986, vol.
I, pagg. 363-365)