Aristotele esamina
il concetto di “luogo”, ammettendo la complessità del problema, che sarà
oggetto di tante discussioni da parte degli epistemologi moderni. Alla fine
della sua analisi egli elabora una definizione, che avrà un grande successo
fino al Medioevo e oltre: “il luogo è il limite immobile primo del contenente”.
Phys., 212a 5-15
1 [212a ] Sembra poi che sia una questione
grave e difficile comprendere il concetto di luogo, non solo perché esso
presenta l’apparenza della materia e della forma, ma anche perché lo
spostamento della cosa trasportata ha luogo nell’interno dello stesso
contenente, che resta in riposo; appare infatti che il luogo possa essere un
intervallo intermedio diverso dalle grandezze che si muovono. Vi contribuisce
in qualche modo anche l’aria, che sembra essere incorporea; appare infatti che
il luogo sia costituito non soltanto dai limiti del vaso, ma anche
dall’intermedio fra questi limiti, come se fosse un vuoto. D’altronde, come il vaso
è un luogo trasportabile, cosí anche il luogo è un vaso immobile; perciò quando
ciò che è all’interno si muove e muta di posto in un contenente a sua volta in
movimento, ad esempio una nave in un fiume, si serve di questo contenente come
di un vaso, piuttosto che come di un luogo; il luogo, invece, vuol essere
immobile; perciò il fiume tutto intero è piuttosto un luogo, poiché tutto
intero è immobile.
2 Sicché il luogo è il limite immobile primo
del contenente.
(Aristotele,
La Fisica, Loffredo, Napoli, 1967, pagg. 89-90)