Aristotele, Le quattro cause (fisica)

Il problema della causalità si presenta complesso: moltissimi sono i modi in cui si dice che qualcosa è causa di altro. Ma Aristotele riesce a ricondurre la molteplicità delle cause a quattro cause fondamentali (causa materiale, causa formale, causa efficiente, causa finale).

 

Fisica, 194b 15-195a 2; 198a 24-25

 

1      [194b] [...] Definiti questi punti, bisogna prendere in esame le cause, allo scopo di sapere quali e quante esse sono di numero. Poiché, infatti, il presente trattato si propone per scopo la conoscenza, e noi non presumiamo di conoscere ciascuna cosa prima di averne colto ogni volta il perché (e questo significa cogliere la causa prima), è chiaro che anche noi dobbiamo far ciò intorno alla generazione, alla corruzione e ad ogni mutamento naturale, affinché, conoscendone i princípi, ci studiamo di far risalire ad essi ciascuna delle nostre ricerche.

2      In un modo, dunque, si dice causa ciò da cui una cosa deriva essendo in essa immanente: ad esempio, il bronzo è causa della statua, l’argento della coppa, e i loro generi. In altro modo si dice causa la forma [eîdos] e il modello [parádeigma], cioè la definizione del concetto e i generi di essa (come nell’ottava il rapporto di uno a due e, in generale, il numero) e le parti inerenti alla definizione. Inoltre si dice causa ciò da cui deriva il principio primo del mutamento o della quiete: ad esempio, è causa chi dà un consiglio, il padre è causa del figlio, e, in generale, l’agente è causa di ciò che è fatto e ciò che muta è causa di ciò che vien mutato. Ed ancora, si dice causa il fine, cioè la causa finale: ad esempio, la sanità è causa del camminare; alla domanda infatti: perché cammina? rispondiamo: perché stia bene; e, dicendo cosí, crediamo di aver ammessa la causa. Pertanto son pure da considerarsi cause tutte le cose che coll’intervento di altro movente divengono intermedie del fine: ad esempio, della sanità la magrezza o la purgazione o le medicine o gli strumenti; [195a] tutte queste cose, infatti, si ammettono in vista del fine e differiscono fra loro in quanto sono azioni le une, strumenti le altre.

         [...]

3      [198a] [...] E poiché le cause sono quattro, è compito del fisico l’aver conoscenza di tutte; ed egli, riferendo il perché a tutte, lo assegnerà fisicamente ad esse, ossia alla materia, alla forma, al motore, alla causa finale.

 

(Aristotele, La Fisica, Loffredo, Napoli, 1967, pagg. 39-40; pag. 50)