Aristotele,
pur essendo il primo autore di trattati di filosofia, conferma l’antica
tradizione secondo la quale anche nella poesia sia possibile esprimere
un’attività teoretica. Anzi egli confronta la poesia con la storia, affermando
che nella poesia vi è una attività teoretica superiore.
Poetica, 1451b 1-15
1 [1451b] Da quanto si è detto anche
risulta evidente che l’opera del poeta non consiste nel riferire gli eventi
reali, bensí fatti che possono avvenire e fatti che sono possibili, nell’ambito
del verosimile o del necessario. Lo storico e il poeta non sono differenti
perché si esprimono in versi oppure in prosa: gli scritti di Erodoto si possono
volgere in versi, e resta sempre un’opera di storia con la struttura metrica
come senza metri. Ma la differenza è questa, che lo storico espone gli eventi
reali, e il poeta quali fatti possono avvenire.
2 Perciò la poesia è attività teoretica e
piú elevata della storia: la poesia espone piuttosto una visione del generale,
la storia del particolare. Generale significa, a quale tipo di persona tocca di
dire o fare quei tali tipi di cose secondo il verosimile o il necessario; e di
ciò si occupa la poesia, anche se aggiunge nomi di persona. Il particolare
invece è che cosa Alcibiade fece o che cosa subí.
(Aristotele, Dell’arte poetica, Mondadori, Milano, 1974, pagg.
31-33)