(Metafisica, 1017b 10-25)
[...] Sostanza, in questo senso,
sono detti i corpi semplici - per esempio fuoco, acqua, terra e tutti gli altri
corpi come questi; e in generale tutti i corpi e le cose composte di essi: per
esempio animali ed esseri divini e le parti di questi. Tutte queste cose si
dicono sostanze, perché non vengono predicate di un sostrato, mentre di esse
vien predicato tutto il resto.
In un altro senso, sostanza si
dice ciò che è immanente a queste cose che non si predicano di un sostrato ed è
causa del loro essere: per esempio l'anima negli animali.
Inoltre, sostanze sono dette
anche quelle parti che sono immanenti a queste cose, che delimitano queste
stesse cose, che esprimono un alcunché di determinato e la cui eliminazione
comporterebbe l'eliminazione del tutto. Per esempio, se si eliminasse la
superficie - secondo alcuni filosofi - si eliminerebbe il corpo, e se si
eliminasse la linea, si eliminerebbe la superficie. E in generale questi
filosofi ritengono che il numero sia una realtà di questo tipo e che determini
tutto, perché, se si eliminasse il numero, non ci sarebbe piú nulla.
Inoltre, si dice sostanza di
ciascuna cosa anche l'essenza, la cui nozione è definizione della cosa.
Ne risulta che la sostanza si
intende secondo due significati: (a) ciò che è sostrato ultimo, il quale non
viene piú predicato di altra cosa e (b) ciò che, essendo un alcunché di
determinato, può anche essere separabile, e tale è la struttura e la forma di ciascuna
cosa.
(Aristotele, Metafisica,
Rusconi, Milano, 19942, pagg. 215-217)