Aristotele, sostanza e sostrato
(Metafisica, 1042a 26-30; 1042b 9-11; 1043a 26-1043b 1)
[1042a] [...] E sostanza è il sostrato, il quale, in un
senso, significa la materia (dico materia ciò che non è un alcunché di determinato
in atto, ma un alcunché di determinato solo in potenza), in un secondo senso
significa l'essenza e la forma (la quale, essendo un alcunché di determinato,
può essere separata con il pensiero), e, in un terzo senso, significa il
composto di materia e di forma [...].
[1042b] [...] la sostanza nel significato di sostrato e di
materia [le] viene concordemente ammessa da tutti, ed essa è la sostanza
che esiste in potenza, rimane da dire che cosa sia la sostanza delle cose
sensibili come atto.
[1043a] [...] Dalle cose dette risulta chiaro che
cosa sia la sostanza sensibile e quale sia il suo modo di essere: essa è, per
un verso, materia, per un altro, forma e atto, e, per un terzo, è l'insieme di
materia e di forma.
Non bisogna ignorare che, talora, non è chiaro se il nome
indichi la sostanza come composto, oppure l'atto e la forma. Per esempio, non è
chiaro se “casa” indichi il composto di materia e forma, ossia un riparo fatto
di mattoni e di pietre disposte in questo determinato modo, oppure se significhi
l'atto e la forma, ossia un riparo [...]. [1043b] Ma questo, che per
altro rispetto ha una notevole rilevanza, in relazione alla ricerca della
sostanza sensibile non ne ha alcuna: infatti l'essenza appartiene alla forma e
all'atto.
(Aristotele,
Metafisica, Rusconi, Milano, 19942, pagg.
371-377)