Aristotele, vuoto e movimento (fisica)

Aristotele collega l’idea di vuoto a quella di luogo e a quella di movimento. Dopo aver dimostrato l’impossibilità dell’esistenza di un luogo senza un qualche oggetto al suo interno, mostra – in polemica aperta con chi, come gli atomisti, aveva posto il vuoto come necessario al movimento – che il vuoto non consente alcuna forma di movimento.

 

Fisica, 214b 29-35

 

1      [214b] Poiché quelli che affermano che il vuoto esiste fanno di esso un luogo. Ma in che modo un corpo si troverà nel luogo o nel vuoto? Ciò non è possibile, infatti, quando un tutto è posto come in un luogo separato e in un corpo che sussista, poiché la parte, se non la si pone separatamente, non sarà in un luogo, ma nel tutto. Inoltre, se non vi è un luogo, non vi sarà neppure un vuoto.

2      Se si considera bene la cosa, a quelli che sostengono che il vuoto esiste come un presupposto necessario, ammessa l’esistenza del movimento, accade invece piuttosto il contrario di quello che essi vorrebbero: che cioè non è possibile che neppure una sola cosa si muova, se esiste il vuoto; difatti, come alcuni dicono che la terra per la sua omogeneità è ferma, cosí anche è necessario che nel vuoto vi sia quiete: non vi è infatti dove piú o meno possa effettuarsi il movimento, poiché, in quanto è un vuoto, non comporta differenza.

 

(Aristotele, La Fisica, Loffredo, Napoli, 1967, pag. 98)