Avicenna cerca una conciliazione
della religione islamica con il pensiero greco, e in particolare con la
filosofia neoplatonica. Egli afferma che l’ordine meraviglioso dell’universo
attesta l’azione di Dio: l’azione della Provvidenza di Dio consiste nel pensare
questo ordine e nel considerarlo buono. La Provvidenza però non si prende cura
di ogni individuo: essa funziona come modello d’ordine per l’intero universo.
La guarigione, Tr. IX, 8, v. Horten
Ora che siamo arrivati a questo punto
dell’esposizione, è naturale che noi parliamo della Provvidenza di Dio. Da
quanto fu fin qui dimostrato, risulta indubbiamente chiaro che le cause del
mondo celeste non certo per cagione di noi possono espletare le loro operazioni
o, detto in breve, che gli spiriti di quel mondo abbiano cura di ogni cosa (di
questo mondo) o siano spinti da un motivo imponente loro una scelta
determinata. Le operazioni meravigliose nel venire ad essere del Tutto, delle
parti del cielo, delle piante e degli animali, tu non le puoi negare in alcuna
maniera. Tutto ciò non può accadere a caso, ma richiede una Guida del mondo.
Devi perciò sapere che la Provvidenza di Dio consiste in ciò che il Primo
Esistente con la sua propria essenza conosce l’esistente secondo l’intero
ordine del bene su cui esso è fondato, e che Dio è per se stesso la causa del
bene e della perfezione in quanto ciò è possibile. Egli inoltre ha
compiacimento nel bene conosciuto, nella maniera dimostrata, e pensa perciò
l’ordine del bene nella maniera piú perfetta e completa che è possibile. Perciò
sgorga da Lui ciò che pensa, in un ordine determinato e secondo la forma del
bene nella maniera piú perfetta che Egli pensa ed in una emanazione che nella
piú perfetta maniera induce l’ordine, in quanto ciò è possibile. Questo è ciò
che si intende quando si parla di Provvidenza divina.
(Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1966, vol. IV,
pag. 1080)