AYER, PROPOSIZIONI EMPIRICHE E PROPOSIZIONI ETICO/RELIGIOSE
Vi sono, in primo luogo, proposizioni che esprimono definizioni di termini etici, ovvero giudizi intorno alla legittimità o possibilità di certe definizioni. In secondo luogo si danno proposizioni che descrivono i fenomeni dell'esperienza morale e le loro cause. In terzo luogo vi sono esortazioni alla virtù morale. E, da ultimo, si danno effettivi giudizi etici. Purtroppo si dà il caso che la distinzione, pur cosí lineare, di queste quattro classi sia comunemente ignorata dai filosofi; con il risultato che spesso dalle loro opere riesce molto difficile dire cosa vadano cercando di scoprire o dl provare.
In realtà è facile vedere che soltanto la prima delle nostre quattro classi, e precisamente quella comprendente le proposizioni che si riferiscono alle definizioni di termini etici, si può dire costituisca la filosofia etica. Le proposizioni che descrivono i fenomeni dell'esperienza morale e le loro cause, vanno assegnate alla psicologia o alla sociologia. Le esortazioni alla virtù morale non sono affatto proposizioni, ma esclamazioni o comandi con la funzione di spingere il lettore verso azioni di un certo tipo. Perciò non appartengono a nessun ramo della filosofia o della scienza. Riguardo alle espressioni di giudizi etici, non abbiamo ancora stabilito come classificarle. Ma in quanto certamente non si tratta né di definizioni, né di commenti a definizioni, né di citazioni, possiamo decidere che non appartengono alla filosofia etica. Perciò un trattato rigorosamente filosofico intorno all'etica non dovrebbe presentare espressioni etiche.
(A. Ayer, Linguaggio, verità e logica)