Con la sua attenzione all'importanza della scienza
e della tecnica per il potere dell'uomo sulla natura, la riflessione di
Francesco Bacone si inserisce a pieno titolo in quella profonda trasformazione
del pensiero europeo che fu la "rivoluzione scientifica". Il brano
seguente, tratto dal Novum Organum, presenta alcune idee centrali della concezione
baconiana del sapere.
L'uomo, ministro e interprete
della natura, tanto fa e intende quanto ha osservato dell'ordine della natura,
con l'osservazione della cosa o con l'opera della mente; non sa, ne può niente
di più.
La mano nuda e l'intelletto abbandonato a se
stesso servono poco. Per compiere le opere sono necessari strumenti e mezzi
d'aiuto, sia per la mano che per l'intelletto; e come gli strumenti meccanici
servono ad ampliare o regolare i movimenti delle mani, così gli strumenti
mentali estendono o trattengono il movimento dell'intelletto.
La scienza e la potenza umana coincidono,
perché l'ignoranza della causa preclude l'effetto, e alla natura si comanda
solo ubbidendole: quello che nella teoria fa da causa nell'operazione pratica
diviene regola. [...1
La logica che corre nelle scuole serve a
stabilire e a fissare gli errori che derivano dalla cognizione volgare, più che
[servire] alla ricerca della verità; ed è perciò più dannosa che utile.
Il sillogismo non si applica ai princìpi
delle scienze, e si applica inutilmente agli assiomi medi: è uno strumento
incapace di penetrare nelle profondità della natura. Esso costringe il nostro
assenso, non la realtà. [...] Perciò la nostra speranza è tutta riposta nella
induzione vera. [...]
Due sono, e possono essere, le vie per la
ricerca e la scoperta della verità. L'una dal senso e dai particolari vola
subito agli assiomi generalissimi, e giudica secondo questi princìpi, già
fissati nella loro immutabile verità, ricavandone gli assiomi medi: questa è la
via comunemente seguita. L'altra dal senso e dai particolari trae gli assiomi
risalendo per gradi e ininterrottamente la scala della generalizzazione, fino
a pervenire agli assiomi generalissimi: questa è la vera via, sebbene non sia
stata ancora percorsa dagli uomini. [...]
Per la terminologia, abbiamo stabilito di
chiamare il vecchio modo di fare indagine sulla natura anticipazioni della
natura, perché è un modo prematuro e temerario; chiameremo invece
interpretazione della natura quell'altro modo di indagare, che si svolge dalle
cose stesse secondo i modi dovuti. [...]
Vano è attendere un gran rinnovamento delle
scienze dalla sovrapposizione e dall'inserimento del nuovo sul vecchio:
bisogna compiere una completa instaurazione del sapere iniziando dalle
fondamenta stesse delle scienze, se non ci si vuole aggirare sempre in un circolo,
con un progresso scarso e quasi trascurabile.
(F. Bacone, Novum Organum, trad. it.
di E. De Mas, Laterza, Roma-Bari 1992, pp. 49-55 passim)