Il
materialismo è un pensiero che parte dal basso per andare verso l’alto. Ciò è
conforme all’esperienza e alla natura. L’idealismo invece percorre la via
opposta, che è assurda e richiede la rinuncia all’uso della ragione.
M. Bakunin, Dio e lo Stato
Ben lungi dal seguire la via naturale dal basso in alto, dall’inferiore al superiore, e dal relativamente semplice al piú complicato; in luogo d’accompagnare saggiamente, razionalmente in movimento progressivo e reale dal mondo chiamato inorganico al mondo organico, vegetale, animale, poi specialmente umano; dalla materia o dall’essere chimico, alla materia all’essere vivente, e dall’essere vivente all’essere pensante gli idealisti, come ossessi, ciechi, sospinti dal fantasma divino che essi hanno ereditato dalla teologia, infilano la via assolutamente contraria. Essi vanno dall’alto al basso, dal superiore all’inferiore, dal complicato al semplice. Essi cominciano da Dio sia come persona, sia come sostanza o idea divina, e il primo passo che essi fanno è un terribile precipizio dalle altezze sublimi dell’eterno ideale nel fango del mondo materiale; dalla perfezione assoluta nella imperfezione assoluta, dal pensiero all’essere, o piuttosto dall’essere supremo al nulla. Quando, come e perché l’Essere divino, eterno, infinito, il perfetto assoluto, probabilmente annoiato di se stesso, si sia deciso a questo salto mortale disperato, ecco ciò che nessun idealista, teologo né metafisico né poeta ha mai saputo comprendere egli medesimo né spiegare ai profani. Tutte le religioni passate e presenti e tutti i sistemi di filosofia trascendentale girano su questo unico ed iniquo mistero.
È evidente come questo terribile mistero sia inesplicabile, vale a dire assurdo, perché l’assurdo soltanto non si lascia spiegare. È evidente che chiunque ne ha bisogno per la sua felicità, per la sua vita, deve rinunciare alla ragione, e ritornare se può, alla fede ingenua, cieca, stupida; ripetere con Tertulliano e con tutti i credenti sinceri queste parole che riassumono la quintessenza stessa della teologia:
Credo quia absurdum.
Allora ogni discussione cessa, e rimane la stupidità trionfante della fede.
M. Bakounine, Dio e lo Stato, G.
Nerbini, Firenze, 1903, pagg. 28-29