La
religione, ed in particolare il cristianesimo, hanno prodotto “l’annientamento
dell’umanità a profitto della divinità”, quindi “se Dio esiste, l’uomo è uno
schiavo. Ora l’uomo può, deve essere libero: dunque Dio non esiste”.
M. Bakunin, Dio e lo Stato
Tutte le religioni coi loro Dei i loro semidei e i loro profeti, i loro messia e i loro santi, furono create dalla fantasia credula degli uomini non ancora giunti al pieno sviluppo ed al pieno possesso delle loro facoltà intellettuali. Quindi è che il cielo religioso non è altra cosa che uno specchio ove l’uomo esaltato dall’ignoranza e dalla fede, trova la sua propria immagine, ma ingrandita e rovesciata, cioè divinizzata. La storia delle religioni, quella del nascere, del grandeggiare e del decadere degli Dei che si sono succeduti nella credenza umana, non è dunque altro che lo sviluppo dell’intelligenza e della coscienza collettiva degli uomini. A misura che nel loro cammino storicamente progressivo, essi scoprono, sia in loro stessi, sia nella natura esteriore, una forza, una qualità o anche un gran difetto, essi li attribuiscono ai loro Dei, dopo averli esagerati, allargati oltre misura, come fanno ordinariamente i fanciulli, per un atto della loro fantasia religiosa. Grazie a questa modestia e a questa pia generosità degli uomini credenti e creduli, il cielo si è arricchito delle spoglie della terra, e per conseguenza necessaria piú il cielo divenne ricco, e piú l’umanità e la terra divennero povere. Una volta stabilita la divinità essa fu naturalmente proclamata la causa, la ragione, l’arbitra e la dispensatrice assoluta di ogni cosa; il mondo non fu piú nulla, essa fu tutto; e l’uomo suo vero creatore, dopo averla tratta dal nulla a sua insaputa, s’inginocchiò davanti ad essa, l’adorò e si dichiarò sua creatura e suo schiavo.
Il cristianesimo è precisamente la religione per eccellenza, perché espone e manifesta nella sua pienezza, la natura, la essenza di ogni sistema religioso, che è l’impoverimento, la servitú, l’annientamento dell’umanità a profitto della divinità.
[...] Schiavi di Dio, gli uomini devono esserlo anche della chiesa e dello stato, in quanto quest’ultimo è consacrato dalla chiesa. Ecco ciò che, fra tutte le religioni che esistono o che hanno esistito, il cristianesimo ha meglio degli altri compreso, meglio anche della piú parte delle antiche religioni orientali, le quali non abbracciavano che popoli distinti e privilegiati; mentre il cristianesimo ha la pretesa d’abbracciare l’umanità tutta intera; il che, fra tutte le sette cristiane, fu sono il cattolicismo romano a proclamare e realizzare con coscienza rigorosa. Gli è perciò che il cristianesimo è la religione assoluta, l’ultima religione; e la chiesa apostolica e romana la sola conseguente, legittima e divina.
Non spiaccia dunque ai metafisici ed agli idealisti religiosi, filosofi, politici o poeti: l’idea di Dio implica l’abdicazione della ragione e della giustizia umana: essa è la negazione piú decisiva della libertà umana e ha per scopo la servitú degli uomini, tanto in teoria che in pratica.
A meno di volere la schiavitú e l’avvilimento degli uomini, come lo vogliono i gesuiti, i monaci, i pietisti o i metodisti protestanti, noi non possiamo e non dobbiamo fare la minima concessione né al Dio della teologia né a quello della metafisica. Colui che in questo alfabeto mistico comincia da Dio, dovrà fatalmente finire con Dio; colui che vuole adorare Dio, deve, senza farsi puerili illusioni, rinunciare risolutamente alla sua libertà e alla sua umanità.
Se Dio è, l’uomo è schiavo; ora, l’uomo può, deve essere libero: dunque Dio non esiste.
[...]
È necessario ricordare quanto e come le religioni istupidiscono e corrompono i popoli? Esse uccidono in loro la ragione, il principale strumento dell’emancipazione umana, e li riducono all’imbecillità, condizione essenziale della schiavitú. Esse disonorano il lavoro umano e ne fanno un contrassegno ed una sorgente di servitú. Uccidono la nozione e il sentimento dell’umana giustizia, facendo pendere sempre la bilancia dalla parte dei bricconi trionfanti, oggetto privilegiato della grazia divina. Esse uccidono la fierezza e la dignità umana, non proteggendo che i servili e gli umili. Esse soffocano nel cuore dei popoli ogni sentimento di fratellanza umana, empiendolo di crudeltà.
Tutte le religioni sono crudeli, tutte fondate sul sangue; perché tutte si adagiano principalmente sull’idea del sacrificio, e cioè, sull’immolazione perpetua dell’umanità a l’insaziabile vendetta della divinità.
M. Bakounine, Dio e lo Stato, G.
Nerbini, Firenze, 1903, pagg. 37-39