Pierre
Bayle, noto come il “grande ugonotto” per il ruolo da lui svolto all'interno
della cultura calvinista - anche se lontano sempre da ogni forma di fanatismo
-, colloca nel periodo umanistico l'inizio del diffondersi dell'irreligiosità e
dell'ateismo, ma anche della dissipazione delle tenebre sparse dalla Scolastica
su tutta l'Europa. Johannes Reuchlin (1455-1522) è un umanista tedesco
studioso, oltre che della cultura greca, di quella ebraica, e autore, fra
l'altro, di un De arte cabbalistica; Erasmo (1466/69-1536) è il celebre
umanista olandese autore dell'Elogio della Pazzia, fortemente critico
nei confronti della cultura scolastica.
P.
Bayle, Dizionario storico e critico, voce “Takiddin”
Gli
studi della scienza avevano gettato dei dubbi negli spiriti; avevano aperto gli
occhi a molti sui cavilli della setta maomettana; e da allora il culto, lo
spirito religioso, la devozione avevano subíto uno straordinario indebolimento
[...]. Voi non potete togliere dal cervello di un'infinità di gente che
Descartes e Gassendi credono tanto poco alla realtà come alle favole della
Grecia [...]. I protestanti non hanno una migliore opinione sulle massime di
Descartes. Generalmente parlando si taccia di incredulità i cartesiani, e si
crede che la loro filosofia sia pericolosa per il cristianesimo; cosí, secondo
il sentimento di molti, quegli stessi che hanno dissipato nel nostro secolo le
tenebre sparse dalla Scolastica su tutta l'Europa, hanno moltiplicato gli
spiriti magnanimi e aperto le porte all'ateismo o al pirronismo [scetticismo],
o alla miscredenza dei piú grandi misteri della Cristianità. Ma non è soltanto
agli studi della filosofia che si imputa la irreligiosità, ma anche a quelli
volti alle belle lettere; perché si pretende che l'ateismo non ha cominciato ad
apparire in Francia che sotto il regno di Francesco I, ed a sorgere in Italia
quando vi rifiorí l'Umanesimo (lors que les Humanitez y refleurirent)
[...]. In realtà, è certo che la maggioranza degli spiriti illuminati e dei
dotti umanisti, quando le lettere cominciarono a rinascere dopo la presa di
Costantinopoli, non avevano affatto senso religioso. D'altra parte, la
restaurazione delle lingue dotte e della bella letteratura ha preparato il
cammino ai riformatori, come bene l'avevano previsto i monaci e i loro
sostenitori, che non cessavano di protestare e contro Reuchlin e contro Erasmo
e contro gli altri flagellatori della barbarie [...].
(Grande
Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. VI, pag. 122)