Per Jeremy
Bentham la politica è come la medicina, perché anche in questo caso si tratta
sempre di scegliere il male minore. Comunque il male del delitto e quello della
legge si collocano su piani differenti.
J. Bentham, Introduzione ai principi della
morale e della legislazione
Preoccupazione del legislatore deve essere il bene della collettività: “l’utilità generale” deve costituire il criterio orientativo in materia di legislazione. Conoscere il bene che giovi agli interessi della comunità, è scienza; ricercare i mezzi per realizzare questo bene, è arte.
La politica è come la medicina: il suo unico compito è la scelta dei mali. Ogni legge è infatti un male perché costituisce sempre una infrazione alla libertà ma, ripeto, la scienza politica non ha altro compito che quello della scelta dei mali. A tale scopo, quale deve essere la preoccupazione del legislatore?
Egli deve assicurarsi di due cose: 1) che, in ogni contingenza gli incidenti che si sforza di prevenire siano veramente dei mali; 2) che questi mali non siano maggiori di quelli che egli usa per prevenirli.
Vi sono dunque due cose da tener presenti: il male del delitto ed il male della legge, il male della malattia ed il male del rimedio.
Un male raramente è solo. Un complesso di mali non può cadere su un individuo senza estendersi oltre. Nel corso del suo processo prende differenti forme: può ad esempio vedersi un male di una data specie uscire da un male di un’altra specie, e persino il male dal bene ed il bene dal male.
È importante distinguere e seguire tutti questi mutamenti: è appunto in ciò l’essenza della giuridicità. Ma fortunatamente queste modificazioni del male sono limitate e le differenze sono nette.
J. Bentham, Introduzione ai principi della
morale e legislazione, in Sofismi politici, a cura di P. Crespi,
Bompiani, Milano, 1947, pagg. 165, 190