Berdjaev
osserva che l’intelligencija russa è caduta sotto la tentazione del
Grande Inquisitore di Dostoevskij. La lotta per il bene sociale e contro
l’autocrazia zarista ha paralizzato l’amore per la verità.
N. Berdjaev, La verità filosofica e il vero
dell’intelligencija
All’intelligencija russa, in forza della sua posizione storica, è accaduta la seguente disgrazia, l’amore per la giustizia egualitaria, per il bene sociale, per il benessere popolare paralizzò l’amore per la verità, quasi distrusse l’interesse per la verità. La filosofia invece, è la scuola dell’amore per la verità, prima di tutto per la verità. L’intelligencija non poteva avere un atteggiamento disinteressato verso la filosofia perché non era disinteressata nemmeno di fronte alla verità, esigendo da questa che diventasse strumento della rivoluzione sociale, del benessere popolare, della felicità umana. Essa si lasciò allettare dal grande inquisitore che esigeva il rifiuto della verità in nome della felicità degli uomini. Il giudizio morale fondamentale dell’intelligencija si racchiude nella formula: perisca la verità se con la sua distruzione il popolo vivrà meglio, se gli uomini saranno piú felici; abbasso la verità se si oppone al diletto slogan “abbasso l’autocrazia”.
AA. VV., La svolta. Vechi,
L’intelligencija russa tra il 1905 e il 17, Jaka Book, Milano, 1970, pagg.
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