La conoscenza, ovviamente, è data
dal rapporto fra un soggetto che conosce (la mente) e l'oggetto della
conoscenza (le idee). Berkeley sottolinea la necessità di tenere distinte le
due cose: le idee non sono la mente, che ha soltanto la facoltà di percepire.
G. Berkeley, Trattato sui
princípi della conoscenza umana, Parte prima
Ma oltre a tutta codesta infinita
varietà di idee o oggetti di conoscenza c'è anche qualcosa che le conosce o
percepisce, ed esercita diverse operazioni intorno ad esse, come volere,
immaginare, ricordare. Questo essere percipiente e attivo è ciò che io chiamo
mente, spirito, anima o me stesso. Con le quali parole io non denoto una delle
mie idee, ma una cosa interamente distinta da esse, in cui esse esistono, o è
che è la stessa cosa è da cui son percepite; perché l'esistenza d'una idea
consiste nell'essere percepita.
(Grande Antologia Filosofica,
Marzorati, Milano, 1968, vol. XIII, pag. 716)