In questa
lettura Bernstein espone la sua “revisione” della concezione materialistica.
Piú l’uomo è consapevole delle leggi che governano l’economia, e piú può
acquistare spazi di libertà nei confronti di esse. Ciò pone alla
socialdemocrazia nuove responsabilità e nuovi compiti.
E. Bernstein, Socialismo e socialdemocrazia
( pagg. 62-64)
Ora, a misura che aumenta il grado di influenza di altri fattori, oltre a quelli puramente economici, sulla vita della società, tanto piú si modifica l’azione di ciò che chiamiamo “necessità storica”. Sotto questo aspetto nella società moderna dobbiamo distinguere due grandi correnti. Da un lato si nota una conoscenza sempre piú ampia delle leggi di sviluppo e specialmente dello sviluppo economico. Di pari passo con questa conoscenza – in parte come sua causa, ma in parte di nuovo come sua conseguenza – cresce la capacità di guidare lo sviluppo economico. Come quelle fisiche, anche le forze naturali economiche, via via che se ne conosce la natura, da dominatrici diventano schiave dell’uomo. Teoreticamente la società si trova dunque di fronte al fattore economico in una posizione di libertà mai raggiunta finora, e solo il contrasto di interessi tra i suoi elementi – la potenza degli interessi privati e di gruppo – impedisce che questa libertà teoretica si traduca in libertà pratica. Tuttavia anche qui l’interesse generale si rafforza sempre piú di fronte a quello privato, e nella misura in cui ciò accade, e in tutti i settori in cui accade, si arresta l’azione elementare dei fattori economici. Il loro sviluppo viene ormai anticipato, e perciò si fa sempre piú rapido ed elastico. In tal modo, individui e interi popoli sottraggono una parte sempre piú grande della loro vita all’influsso di una necessità indipendente o contraria alla loro volontà.
[...]
O meglio, per evitare fraintendimenti: il grado di sviluppo economico oggi raggiunto lascia ai fattori ideologici, e specialmente a quelli etici, un’autonomia molto piú ampia che nel passato. Di conseguenza il nesso causale tra lo sviluppo tecnico-economico e lo sviluppo delle altre istituzioni sociali si fa sempre piú mediato, e cosí le necessità naturali del primo diventano sempre meno decisive per la configurazione del secondo.
La “ferrea necessità della storia” subisce in tal modo una limitazione che per la prassi della socialdemocrazia – se ci è consentito anticipare – non significa affatto una diminuzione, ma anzi un aumento e una qualificazione dei compiti politico-sociali.
E. Bernstein, Socialismo e socialdemocrazia,
Laterza, Bari, 1968, pagg. 37-39