La
concezione materialistica della natura è incentrata sul criterio della
necessità, sul determinismo, sul meccanicismo. Lo stesso criterio è valido per
la comprensione della storia.
E. Bernstein, Socialismo e socialdemocrazia
Il problema della validità della concezione materialistica della storia si risolve nel problema della necessità storica e delle sue cause. Essere materialista significa anzitutto ricondurre ogni accadimento a movimenti necessari della materia. Il movimento della materia si compie, secondo la dottrina materialistica, con la necessità di un processo meccanico. Nessun avvenimento è senza il suo effetto già a priori necessario, nessun evento è senza la sua causa materiale. E poiché soltanto il movimento della materia determina la formazione delle idee e degli orientamenti della volontà, questi, e quindi ogni evento della realtà umana, sono necessari. Il materialista è un calvinista senza Dio. Se egli non crede alla predestinazione per decreto divino, tuttavia crede e deve credere che, a partire da un momento qualsiasi, ogni evento ulteriore è predeterminato dalla totalità della materia data e dalle relazioni dinamiche delle sue parti.
Trasferire il materialismo nella teoria della storia significa perciò affermare a priori la necessità di tutti gli eventi e sviluppi storici. Il problema, per il materialista, diventa solo a priori: in qual modo si afferma la necessità nella storia umana, quale elemento dinamico o quali fattori dinamici sono in essa decisivi; qual è il rapporto reciproco dei vari fattori dinamici, quale ruolo spetta, nella storia, alla natura, all’economia, alle istituzioni giuridiche, alle idee.
Nel brano già citato, Marx risponde indicando, come fattore determinante, le forze produttive materiali e i rapporti di produzione umani di ogni periodo storico.
E. Bernstein, Socialismo e socialdemocrazia,
Laterza, Bari, 1968, pag. 31