Remo Bodei, professore di storia della filosofia
all’Università di Pisa, accenna qui all’importanza dell’opera di Agostino non
solo all’interno del dibattito filosofico successivo – fino a quello dei nostri
giorni – ma anche nella storia della Chiesa. Queste indicazioni schematiche
potranno essere tenute presenti quando si studierà la filosofia del Novecento.
Dopo gli studi di grammatica e di retorica, l’incontro
di Agostino con la filosofia avviene nel 373 con la lettura di Cicerone e poi
di Plotino. Piú lunga e tormentata è la sua via al cristianesimo, che passa
attraverso il rifiuto del dualismo manicheo. Qual è, prof. Bodei, la posizione
di Agostino nella storia della filosofia e nella storia della Chiesa?
“Distinguerei in effetti
questi due aspetti della sua personalità: Agostino filosofo, da Agostino santo,
vescovo, organizzatore della cultura e maestro di spiritualità. E non bisogna
dimenticare che, come ha già detto Nietzsche, Agostino ha partorito la Chiesa:
la Chiesa è nata dal ventre di Agostino. E non soltanto la Chiesa, e in
particolare la Chiesa d’Occidente, ma anche le sue scissioni: il
Protestantesimo ha origine da un ex monaco agostiniano che è Lutero. Calvino ha
molto meditato sul pensiero agostiniano, e anche in ambito cattolico i piú
drammatici tra i filosofi, come Pascal o i Giansenisti, sono stati segnati
dall’esperienza agostiniana. Agostino poi ha contato anche per un fenomeno
politico che è stato chiamato agostinismo, nell’espansione spesso violenta
della religione cristiana nel mondo. Agostino è quello che ha applicato la
parabola evangelica dello sposo che, non vedendo i convitati arrivare, ha
mandato il suo servo per strada intimandogli di fare entrare con la forza tutti
coloro che passavano davanti. Ciò è stato inteso, dal Cinquecento in poi, come
conversione forzata che veniva garantita dal nome di Agostino. Ma da ultimo
Agostino ha avuto un peso importante anche nella cultura contemporanea: nel
Novecento ha presentato di nuovo, dopo un lungo periodo di latenza, una sua
dimensione diversa in filosofi come Heidegger, Jaspers, Hanna Arendt. Si può
dire anzi che in tempi piú recenti l’aspetto filosofico di Agostino, dopo
almeno tre secoli, è ritornato al centro dell’attenzione”.
(R. Bodei intervistato: il testo è
stato pubblicato su l’Unità del 31 ottobre 1994, pag. 8)