Per
Brentano le principali attività psichiche sono riconducibili a tre tipi: la
rappresentazione, il giudizio e la relazione affettiva.
F. Brentano, La classificazione delle
attività psichiche
Per dir subito la nostra opinione, siamo anche d’avviso che, rispetto alla diversa maniera del loro riferirsi all’oggetto immanente, devono distinguersi tre classi principali di attività psichiche. Ma queste tre specie non sono le stesse di quelle che ordinariamente si pongono e, in mancanza di espressioni piú precise, chiamiamo la prima “rappresentazione”, la seconda “giudizio” e la terza “relazione effettiva”, “interesse” o “amore”.
Nessuna d_i queste denominazioni è di tal sorta che non possa venire malintesa, anzi ciascuna di esse è frequentemente adoperata in un senso piú stretto. Ma la nostra lingua non ci offre migliori espressioni che corrispondano meglio a quei concetti. E sebbene sia malagevole adoperare espressioni che hanno un significato impreciso, come termini per una classificazione cosí importante, e ancor piú di adoperarli forse in un senso insolitamente piú generale, tuttavia, nel nostro caso, mi sembra meglio questo che introdurre delle denominazioni del tutto nuove e sconosciute.
Ci siamo già spiegati anche prima su ciò che chiamiamo rappresentazione. Noi parliamo di un rappresentarci quando ci appare qualcosa. Se vediamo qualche cosa ci rappresentiamo un colore, se udiamo qualche cosa ci rappresentiamo un suono, se fantastichiamo intorno a qualche cosa ci rappresentiamo un fantasma. Per mezzo della generalità con cui adoperiamo la parola, potremmo dire impossibile che l’attività psichica si riferisca in qualche modo a qualche cosa che non sia rappresentata.
Se ascolto e comprendo un nome mi rappresento ciò che esso significa, e, in generale, è questo lo scopo dei nomi, richiamare rappresentazioni.
Per giudizio intendiamo, in conformità col comune uso filosofico, un accettare (come vero) e respingere (come falso). Ma abbiamo già veduto che un tale accettare e rifiutare avviene anche lí dove molti non adoperano l’espressione giudizio, come per esempio nella percezione di atti psichici e nel ricordo. E naturalmente noi non esiteremo a subordinare anche questi casi alla classe del giudizio.
Per la terza classe principale, i di cui fenomeni chiamiamo relazioni affettive, fenomeni di interesse, o fenomeni di amore, manca maggiormente una espressione propria, precisa. Questa classe deve secondo noi, comprendere tutti i fenomeni psichici che non sono contenuti nelle due prime classi. Ma per emozione si comprendono comunemente solo affetti che si associano a una notevole eccitazione fisica. Ognuno indicherà come emozione dell’animo l’ira, la paura, il forte desiderio, ma, nella generalità di cui adoperiamo la parola, essa invece deve essere anche deve essere anche applicata a ogni decisione e a ogni intenzione.
Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1976, vol. XXV, pagg.
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