Riportiamo
alcuni atti della prima fase del processo a Giordano Bruno, svoltosi a Venezia.
In queste poche pagine riemerge il problema del rapporto fra il cristianesimo,
con tutto il suo apparato dogmatico, e la filosofia. Nello stesso tempo il
fatto che la Chiesa cattolica si fosse data in quel periodo un suo sistema di
controllo delle idee (l’Inquisizione, l’Indice dei libri proibiti, ecc.) mette
in evidenza il rapporto fra sistemi repressivi e libertà di coscienza.
Documenti
veneti del processo a G. Bruno
Ho
detto, che me volevo presentar alli piedi de Sua Beatitudine con alcune mie
opere approbate, avendone alcune altre che non approbo [...], perché in esse ho
parlato e discorso troppo filosoficamente, disonestamente e non troppo da buon
cristiano [...], fondando la mia dottrina sopra il senso e la raggione e non
sopra la fede.
La
materia de tutti questi libri [...] è materia filosofica; [...] nelli quali
tutti io ho diffinito filosoficamente e secondo li principii e lume naturale, non
avendo riguardo principal a quel che secondo la fede deve essere tenuto; e
credo che in essi non si ritrova cosa per la quale possa esser giudicato, che
de professo piú tosto voglia impugnar la religione che essaltar la filosofia,
quantonque molte cose impie fondato nel lume mio naturale possa aver esplicato.
Di piú
in questo universo metto una provvidenza universale [...] e la intendo in due
maniere: l’una nel modo in cui presente è l’anima nel corpo... e questo chiamo
natura; [...] l’altra nel modo ineffabile col quale Iddio per essentia [...] è
in tutto, non come parte, non come anima, ma in modo inesplicabile.
Interrogatus: Se
esso constituito in effetto ha tenuto, tiene e crede la Trinità, Padre
Figliuolo e Spirito Santo in una essentia ma distinti però personalmente
secondo che viene insegnato dalla catholica Chiesa. R. Parlando
christianamente e secondo la theologia e che ogni fedel christiano e catholico
deve creder ho in effetto dubitato circa il nome di persona del Figliuolo e
dello Spirito Santo non intendendo queste due persone distinte dal Padre se non
nella maniera che ho detto de sopra parlando filosoficamente e assignando lo
intelletto del Padre per il Figliuolo, et l’amore per il Spirito Santo senza
conoscer questo nome Persona che appresso S. Augustino è dichiarato nome non
antico, ma novo, et de suo tempo e questa opinione l’ho tenuta da disdotto anni
della mia età sino adesso, ma in effetto non ho mai però negato, né insegnato,
né scritto, ma sol dubitato tra me come ho detto.
Nelle
mie opere si trovaranno scritte molte cose, quali saranno contrarie alla Fede
Cattolica, e che parimenti ne i raggionamenti avrò dette cose ch’avranno potuto
portare scandalo, ma però io non ho detto, né scritto queste cose ex professo,
né per impugnar direttamente la fede cattolica, ma fondandomi solamente nelle
raggioni filosofiche.
Il
praticar che ho fatto con heretici leggendo, raggionando, e disputando sempre
ho trattato di materie filosofiche, né mai ho comportato che da loro me sia
trattato da altro, anzi che per questo sono stato ben visto da calvinisti, da
lutherani, e da altri heretici perché me tenevano da filosofo e vedevano che
non impacciava, né me intrometteva nelle loro opinioni, anzi che da loro era
tenuto piú tosto de nessuna religione piutostoché io credesse quanto tenevano
loro, il che concludevano, perché sapevano che io ero stato in diverse parti
senza haver communicato, né accettato la religione di alcuno di loro.
Io ho
tenuto e tengo che l’anime sieno immortali, e che sieno substantie subsistenti,
cioè l’anime intellettive e che catholicamente parlando non passino da un corpo
all’altro, ma vadino in Paradiso o in Purgatorio o in Inferno; ma ho ben
raggionato e seguendo le ragion filosofiche, che essendo l’anima inesistente
senza il corpo e inesistente nel corpo possa col medesimo modo che in un corpo
essere in un altro e passar da un corpo in un altro, il che se non è vero, par
almeno verisimile secondo l’opinione di Pitagora.
Queste
spezie di religiosi li quali insegnano li popoli a confidare senza l’opera, la
quale è fine de tutte le religioni, essere piú degna di essere estirpata dalla
terra, che serpi, draghi ed altri animali perniziosi alla natura umana: perché
li popoli barbari per tal confidenza devengono cattivi cosí persuasi.
Non
posso dir male della vita e miracoli di Christo suo capo et però non ho mai
detto male di Christo né della fede catholica cristiana e manco ho detto e
tenuto che le Religioni non siano buone, anzi le ho tenute et tengo per buone.
Grande
Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. IX,
pagg. 2023-2024