Se rifiutare la metafisica non significa non
essere metafisici, rifiutare una dimensione trascendente dell’essere non
significa non essere religiosi. La religione è diversa dalla fede e se si perde
la fede in Dio, il sentimento religioso rimane. [traduzione della frase di
Comte: “La grande concezione dell’Umanità, che si propone di eliminare
irrevocabilmente quella di Dio”].
S. N. Bulgakov, Problemi fondamentali della
teoria del progresso [1902]
Al contrario, tutte le scuole, anche quelle che rifiutano la metafisica, hanno la loro risposta alle sue domande. In realtà, se pongo la questione dell’esistenza di Dio o della sostanza della realtà (Ding an sich) o della libertà della volontà e poi rispondo negativamente a queste domande, non distruggo affatto la metafisica; al contrario, con ciò stesso la riconosco, ammettendo la legittimità e la necessità di porre queste domande, che non trovano posto nel quadro della conoscenza positiva. La differenza tra le risposte alle questioni metafisiche divide tra di loro i rappresentanti delle varie scuole filosofiche, ma non annulla il fatto generale che tutti i filosofi sono metafisici per la stessa natura del pensiero filosofico.
Nel nostro secolo ateo l’affermazione che la religione risponde a bisogni umani fondamentali dello spirito, come la scienza e la metafisica, suscita i peggiori malintesi. Distruggendo o sopprimendo temporaneamente questa o quella forma determinata di credenza religiosa, gli uomini spesso pensano di aver distrutto o soppresso la stessa religione. Va detto, a onore dell’umanità, che quest’opinione è del tutto errata. Il sentimento religioso rimane nell’uomo, indipendentemente dalle trasformazioni della religione. Al tempo stesso sarebbe ingenua miopia ritenere che l’uomo, perdendo a vent’anni la fede in Dio, cambiando perciò le sue convinzioni filosofiche, perda al tempo stesso anche il sentimento religioso e che, tornando a questa fede, lo faccia rivivere. Non esistono persone non religiose, esistono solo persone pie e persone non pie, giusti e peccatori. Anche gli atei hanno una religione, anche se la loro confessione di fede è diversa da quella teista. Un esempio può essere la dottrina di Comte che, insieme con la soppressione del cristianesimo e della metafisica, ritiene necessario stabilire la religione dell’uomo, il cui oggetto sarebbe “la grande conception d’Humanité, qui vient d’éliminer irrévocablement celle de Dieu” (Système de politique positive I 106). E non si parla forse ai nostri giorni di religione dell’umanità, di religione del socialismo?
S. N. Bulgakov, Il prezzo del progresso,
a cura di P. C. Bori, Marietti, Casale Monferrato, 1984, pagg. 53-54