Burdach, Rinascimento e spirito nazionale

Lo spirito della Rinascita ebbe anche una forte valenza politica, che si espresse in Italia come sentimento nazionale (per la rinascita di Roma, per l'unità d'Italia).

 

K. Burdach, dal medioevo alla Riforma, Prefazione

 

Il Rinascimento sorse nel risvegliarsi, e per mezzo del risvegliarsi del pensiero di unità dello Stato nazionale. In Italia il sentimento nazionale non si era mai spento neppure durante il Medioevo. Si era conservato sotto le ceneri, anche quando Bisanzio, i Goti, i Longobardi, la monarchia franco-carolingia, gli imperatori tedeschi delle dinastie sassone, salica, sveva, avevano applicato le loro pretese al dominio politico sull'Italia, mentre d'altra parte la Cattedra di Pietro nella sua rivalità e nella sua lotta con l'impero universale tedesco, si era creata, a base del suo principatus ecclesiastico mondiale, un dominium terreno su terra italica, nella sede originaria della Monarchia universale antica, a Roma. Quel sentimento nazionale italiano visse sempre nel ricordo dell'antica grandezza dello Stato romano. Nel XII secolo avvampò nella rivoluzione e restaurazione nazionale di Arnaldo da Brescia, che poté essere abbattuta dal Papa e dall'imperatore Barbarossa. Ma dall'XI secolo i comuni italici erano giunti al fiore del benessere economico e civile [...] e quando, dopo la morte dell'imperatore Federico II e il tramonto della casa di Soave, ebbe termine la terribile lotta fra Impero e Papato per l'egemonia politica universale, quando l'Italia si sentí libera dal dominio tedesco, il suo sentimento nazionale divampò in un grande incendio spirituale, politico-sociale, artistico. Questa fu la fonte spirituale del Rinascimento.

L'antico pensiero di Roma, mai scomparso, vi fece affluire nuova e maggiore forza. Cola di Rienzo, ispirato all'idea politica di Dante, ma oltrepassandola, proclamò, profeta di un lontano avvenire, la grande esigenza nazionale della Rinascita di Roma. E su questa base l'esigenza dell'unità d'Italia.

 

(Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol. VI, pagg. 213-214)