Carnap, Come si è arrivati alla nuova logica

La vecchia logica aristotelica era inadeguata a rispondere alle esigenze della scienza moderna. Ma la nuova logica, nata dalla matematica, appaga le esigenze di rigore scientifico e “rimuove la vecchia filosofia dai suoi cardini”, mostrandone la totale mancanza di senso.

 

R. Carnap, La vecchia logica e la nuova

 

Il desiderio di sostituire la metafisica, poesia concettuale, con un metodo di filosofare strettamente scientifico, sarebbe rimasto un pio desiderio, se si avesse avuto a disposizione come strumento logico soltanto il sistema della logica tradizionale. Questa non era assolutamente in grado di soddisfare le esigenze di ricchezza di contenuto; di rigore formale e di utilità tecnica che i nuovi compiti esigevano da essa. La logica formale si basava sul sistema aristotelico-scolastico, il quale nel corso del suo ulteriore sviluppo aveva conseguito solo scarsi miglioramenti e integrazioni. Nel campo della logica applicata (metodologia) vi erano, a dire il vero, numerose ricerche individuali e alcune opere comprensive, le quali, anche dal punto di vista contenutivo, possedevano rimarchevoli riflessioni; ma riguardo alla precisione nella formazione dei concetti e alla profondità dell’analisi rimasero ad uno stadio piuttosto primitivo. Non è questo un rimprovero a tali opere (per lo meno non lo è per quelle opere che appartengono al secolo scorso); infatti lo stato della logica applicata era determinato dall’inadeguatezza della fondazione formale.

La sostituzione del vecchio inutile strumento con uno nuovo ed efficiente avrebbe richiesto un tempo ben lungo. E forse c’è da dubitare se i logici si sarebbero potuti cimentare colle loro proprie forze a quest’opera. Per fortuna si è trovato un nuovo strumento, una nuova logica, che si è sviluppata negli ultimi cinquant’anni, quasi interamente per opera dei matematici. Il motivo di tale sviluppo fu dato da difficoltà incontrate all’interno della matematica; non si era pensato dapprincipio ad una generale applicazione di significato filosofico. La maggior parte dei filosofi ne hanno finora acquisito una scarsa conoscenza, e ne hanno tratto un vantaggio ancora minore per il proprio lavoro. È davvero sorprendente vedere con quale riguardo o addirittura con quale preoccupata timidezza essi si avvicinino a questa nuova logica, o, piú generalmente, le girino attorno. Certo la curiosa veste formale matematica intimidisce molti; ma in fondo si nasconde in loro un istintivo senso di opposizione. E questa volta hanno fiutato giusto: in questa nuova logica – non se ne ha ancora coscienza da molti che la coltivano – sta il punto facendo leva sul quale si potrà rimuovere la vecchia filosofia dai suoi cardini. Ogni filosofia presa nel vecchio senso, si colleghi a Platone, Tommaso, Kant, Schelling o Hegel, o costruisca una nuova “metafisica dell’essere” o una “filosofia scientifica dello spirito”, si dimostra all’inesorabile giudizio della nuova logica non soltanto materialmente falsa, ma logicamente insostenibile e quindi senza senso.

 

R. Carnap, La filosofia della scienza,  La Scuola, Brescia, 1964, pagg. 4-6