La logica
ha carattere tautologico e ciò nega la possibilità di trarre dall’esperienza
delle inferenze che portino a qualcosa di trascendente. Un esame accurato di
certi ragionamenti ne dimostra la natura illusoria.
R. Carnap, La vecchia logica e la nuova
Il carattere tautologico della logica mostra che ogni inferenza è tautologica. La conclusione dice sempre la stessa cosa delle premesse (o meno), ma in una forma linguistica diversa. Nessun fatto può essere inferito da un altro fatto. (In accordo con la concezione ordinaria ciò può accadere nell’inferenza induttiva, ma questo argomento non può essere qui discusso). Da ciò segue l’impossibilità di ogni metafisica che tenta di trarre inferenze dall’esperienza a qualcosa di trascendente, che sta al di là dell’esperienza e che non è sperimentabile, come la “cosa in sé” dietro le cose dell’esperienza, l’“Assoluto” dietro la totalità del relativo, l’“essenza” e il “significato” degli eventi dietro gli eventi stessi. Poiché non si può mai rigorosamente inferire dall’esperienza al trascendente, le inferenze metafisiche necessariamente trascurano passaggi essenziali. È da ciò che deriva la parvenza di trascendenza. Si introducono concetti che sono irriducibili sia al dato, sia a ciò che è fisico. Sono pertanto concetti puramente illusori che vanno rigettati dal punto di vista epistemologico, come pure da quello scientifico. Sono parole senza senso, qualunque sia il grado in cui sono santificate dalla tradizione o impregnate di sentimento.
Coll’aiuto dei metodi rigorosi della nuova logica, possiamo sottoporre la scienza ad un completo processo di decontaminazione. Ogni enunciato della scienza deve essere dimostrato provvisto di senso mediante l’analisi logica. Se si trova che l’enunciato in questione è una tautologia o una contraddizione (negazione di una tautologia), esso appartiene alla logica inclusa la matematica. Diversamente l’enunciato ha un contenuto fattuale, ossia non è né tautologico né contraddittorio; allora è un enunciato empirico. Può essere ridotto al dato e perciò è possibile in linea di principio trovare se è vero o falso; gli enunciati (veri o falsi) delle scienze empiriche hanno questo carattere. Non vi sono in linea di principio problemi a cui non si possa rispondere. Non vi è qualcosa come una filosofia speculativa, un sistema di enunciati con un oggetto speciale che stia alla pari con quelli della scienza. Filosofare vuol dire soltanto chiarire i concetti e gli enunciati della scienza mediante l’analisi logica. Lo strumento per farlo è la nuova logica.
R. Carnap, La filosofia della scienza, La Scuola, Brescia, 1964, pagg. 25-27