Pur concordando con buona parte
della posizione luterana (né il libero arbitrio, né la legge sono sufficienti a
salvarci), i padri conciliari ammisero l’esistenza del libero arbitrio, sia pur
menomato dal peccato originale.
Concilium Tridentinum. Diariorum,
actorum, epistolarum, tractatuum nova collectio (Friburgo, 1908 e segg.), t. V
Il santo Sinodo dichiara
dapprima: per capire bene e senza errori la dottrina della giustificazione,
bisogna si conosca e si proclami da ciascuno che, per avere perso tutti gli
uomini l’innocenza nella prevaricazione di Adamo, fatti immondi e per natura
figli d’ira come dice l’Apostolo [Eph. 2, 3], secondo l’esposizione
fattane nel decreto del peccato originale, erano servi del peccato e sotto il
potere del diavolo e della morte a tal punto che i pagani non potevano
liberarsene e rialzarsi con le forze della natura né i Giudei con la lettera
della Legge di Mosé, benché il libero arbitrio non fosse affatto estinto negli
uni e negli altri, ma soltanto indebolito e malamente inclinato.
Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1964, vol.
XI, pagg. 1800-1801