Auguste
Comte ritiene che il grande progresso della scienza sia messo in pericolo da
una eccessiva specializzazione. Diventa quindi necessario ricondurre i vari
rami del sapere ad un qualche punto di riferimento unitario. A questo scopo può
essere utile il metodo positivo.
A. Comte, Corso di filosofia positiva
Ma, pur riconoscendo i prodigiosi risultati di questa divisione e pur vedendo in essa la base fondamentale dell’organizzazione del mondo del sapere, è impossibile, d’altra parte, non imbattersi negli inconvenienti che essa genera allo stato attuale, per l’eccessiva limitazione dei campi di indagine. Una maniera valida per arrestare l’influenza deleteria, da cui l’avvenire sembra minacciato in seguito ad una esagerata specializzazione della ricerca individuale, non sarà certamente quella di ritornare all’antica confusione dei lavori, la quale farebbe soltanto regredire lo spirito umano e che al giorno d’oggi sarebbe impossibile. Essa consiste al contrario nella perfezione della divisione del lavoro. Basta, in effetti, fare dello studio delle generalità scientifiche una grande specialità in piú. Che una nuova classe di sapienti, preparati da una educazione adeguata, non legati alla cultura specialistica della filosofia naturale, si occupi unicamente, considerando le diverse scienze positive allo stato attuale, a determinare esattamente lo spirito di ciascuna di esse, a scoprirne le relazioni ed i nessi, a ricondurre, se è possibile, tutti i principi propri in un minor numero di principi comuni, conformandosi continuamente ai fondamenti del metodo positivo.
F. Tonon, Auguste Comte e il problema
storico-politico nel pensiero contemporaneo, G. D’Anna, Messina-Firenze,
1975, pag. 136