Condillac immagina di animare una
statua per illustrare il metodo analitico-genetico, secondo il quale i sensi
non agiscono in maniera automatica e meccanica, ma contribuiscono in maniera
complessa e articolata alla formazione delle idee e della conoscenza.
É. B. de Condillac, Trattato
delle sensazioni, Importante avvertimento al lettore
Per arrivare a questo scopo,
immaginammo una statua organizzata internamente come noi, e animata da uno
spirito privo di ogni specie di idee. Supponemmo anche che l'esterno, tutto di
marmo, non le permettesse l'uso di nessuno dei suoi sensi, e ci riservammo la
libertà di aprirli, a nostro arbitrio, alle differenti impressioni delle quali
sono suscettibili.
Credemmo di dover cominciare con
l'odorato, perché fra tutti i sensi è quello che sembra contribuire di meno
alle conoscenze dello spirito umano. Gli altri furono oggetto delle nostre
ricerche in seguito, e dopo averli considerati separatamente e insieme, vedemmo
la statua diventare un animale, capace di vegliare sulla propria conservazione.
Il principio che determina lo
sviluppo delle sue facoltà è semplice, lo racchiudono le stesse sensazioni:
infatti, essendo tutte necessariamente piacevoli o spiacevoli, la statua è
interessata a godere delle une e a sottrarsi alle altre. Ora, ci si convincerà
che questo interesse basta per dar luogo alle operazioni dell'intelligenza e
della volontà. Il giudizio, la riflessione, i desideri, le passioni, ecc., sono
soltanto la sensazione stessa che si trasforma differentemente. Perciò ci è
sembrato inutile supporre che l'anima derivi immediatamente dalla natura tutte
le facoltà delle quali è dotata. La natura ci dà organi per avvertirci col
piacere di ciò che dobbiamo cercare e col dolore di ciò che dobbiamo evitare.
Ma si ferma là e lascia all'esperienza la cura di farci contrarre abitudini e
di terminare l'opera che ha cominciato [...].
Avverto dunque che è
importantissimo mettersi esattamente al posto della statua che osserveremo.
Bisogna cominciare a esistere con la statua, avere soltanto un senso quando
essa ne ha uno soltanto; acquistare soltanto le idee che acquista, contrarre
soltanto le abitudini che contrae: in una parola bisogna essere soltanto ciò
che essa è. La statua giudicherà le cose come noi solo quando avrà tutti i
nostri sensi e tutta la nostra esperienza; e noi giudicheremo come lei solo
quando supporremo di essere privi di tutto ciò che le manca. Credo che i
lettori che si metteranno esattamente al suo posto non faticheranno a capire
quest'opera; gli altri mi opporranno difficoltà innumerevoli.
(É. B. de Condillac, Opere,
UTET, Torino, 1976, pagg. 341-342 e 350)