Socrate stesso si prende cura di spiegare a Cyrano che
tutta la natura tende all’uomo. Non si tratta ovviamente di una teoria
evoluzionistica (Cyrano parla di metamorfosi), ma la rassomiglianza con la
celebre teoria scientifica è evidente: la natura procede da millenni, per
tentativi, verso il suo vertice di perfezione: l’uomo.
S. de Cyrano de Bergerac, L’altro mondo o gli Stati ed
imperi della Luna
Sapete, figliolo, che dalla terra si fa un albero, da un
albero un porco, da un porco un uomo. Poi che tutti gli esseri della natura
tendono al piú perfetto, si può quindi credere che essi aspirino a divenir
uomini, la cui essenza è il compimento della piú bella fra le mescolanze, la
meglio concepita che esista al mondo, la sola che fornisca il legame fra la
vita brutale e quella angelica. Che queste metamorfosi avvengano non può
negarsi, a meno d’esser pedante, poiché vediamo che un prugno, attraverso il
calore del suo germe, come attraverso una bocca, succhia e digerisce l’erbetta
che lo circonda; e un porco ne divora il frutto e lo fa diventare una parte di
se stesso; e un uomo, mangiando il porco, riscalda quella carne morta, la
unisce a sé e fa rivivere quell’animale sotto una piú nobile specie. Cosí quel
gran pontefice che vedete con la mitra in testa era forse, appena sessant’anni
fa, un ciuffo d’erba nel mio giardino. Se Dio, quindi, padre comune di tutte le
sue creature, le ama tutte ugualmente, non è ben credibile che, dopo che con questa
metempsicosi, piú meditata di quella pitagorica, tutto ciò che sente, tutto ciò
che vegeta, infine dopo che tutta la materia sia passata attraverso l’uomo,
allora sia per giungere il gran giorno del giudizio nel quale i profeti fan
culminare i segreti della loro filosofia?
Grande Antologia
Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol. XII, pag. 875