Tutto è giudizio storico, tutto è diveniente. Ogni cosa fa parte del processo storico, e la sua realtà contingente è sempre da rapportare al processo storico più ampio di cui fa parte. Anche un sasso è un processo diveniente, sottoposto al tempo e agli agenti atmosferici che a poco a poco lo disgregheranno: il mio giudizio su di esso si riferisce quindi all'aspetto che esso assume in quel determinato momento storico della sua esistenza.
Non
basta dire che la storia è giudizio storico, ma bisogna soggiungere
che ogni giudizio è giudizio storico, o storia senz'altro. Se il giudizio
è rapporto di soggetto e predicato, il soggetto, ossia il fatto, quale
che esso sia, che si giudica, è sempre un fatto storico, un diveniente,
un processo in corso, perchè fatti immobili non si ritrovano nè
si concepiscono nel mondo della realtà.
E' giudizio storico
anche la più ovvia percezione giudicante (se non giudicasse, non sarebbe
neppure percezione, ma cieca e muta sensazione): per esempio, che l'oggetto
che mi vedo innanzi al piede è un sasso, e che esso non volerà
via sé come un uccellino al rumore dei miei passi, onde converrà
che io lo discosti con il piede e con il bastone; perché il sasso è
veramente un processo in corso, che resiste alle forze di disgregazione o
cede solo a poco a poco, e il mio giudizio si riferisce a un aspetto della
sua storia. [...]
(B. Croce, La storia come pensiero e come azione, Laterza, 1990)