D’Holbach, L'amico della Natura

Nella parte finale del Sistema della natura d'Holbach denuncia le difficoltà che si incontrano a “liberare” gli uomini dai pregiudizi, esattamente come aveva denunciato Platone a conclusione del mito della caverna, quando lo schiavo che ha visto la Verità torna fra i vecchi compagni di prigionia per liberarli e viene irriso da loro.

 

P.-H. d'Holbach, Sistema della natura, Tomo II, cap. XII

 

Finché gli uomini, intestarditi nelle loro opinioni religiose, andranno a cercare in un mondo immaginario i princípi della condotta che devono tenere quaggiú, non avranno affatto princípi; finché essi si ostineranno a contemplare i cieli, cammineranno a tentoni sulla terra ed i loro passi incerti non incontreranno mai il benessere, la sicurezza, la tranquillità necessari alla loro felicità.

Ma gli uomini, resi dai loro pregiudizi ostinati a danneggiarsi, sono in guardia contro quelli stessi che vogliono procurare loro i piú grandi beni. Abituati ad essere ingannati, sono in continui sospetti; abituati a diffidare di se stessi, a temere la ragione, a considerare pericolosa la verità, trattano come nemici quelli che vogliono rassicurarli; premuniti di buon ora dall'impostura, si credono obbligati a difendere accuratamente la benda con la quale gli si coprono gli occhi ed a lottare contro tutti quelli che tentassero di strapparla.

Di conseguenza l'ateo è considerato un essere malefico, un avvelenatore pubblico; colui che osa svegliare i mortali da un sonno letargico in cui l'abitudine li ha gettati passa per un perturbatore; colui che vorrebbe calmare i furori frenetici passa per un frenetico lui stesso; colui che invita i suoi associati a spezzare le catene sembra solo un insensato e un temerario a prigionieri i quali credono che la loro natura li ha fatti unicamente per essere incatenati e per tremare. In forza di queste prevenzioni funeste, il discepolo della natura è comunemente accolto dai suoi concittadini come l'uccello lugubre della notte, che tutti gli altri uccelli, quando esce dal nido, perseguitano con odio comune e con grida differenti.

 

(P.-H. d'Holbach, Sistema della natura, UTET, Torino, 1978, pagg. 644-645)